Bellano, 23 ottobre 2012  - “Il torrente Pioverna non risulta inquinato e anche l'Orrido di Bellano presenta acque in buona salute”. Questo l'esito delle analisi effettuate dall'Arpa il 7 ottobre dopo l'ennesima segnalazione della presenza di schiume e cattivo odore nell'attrazione turistica.

“Credo sia utile sottolineare come questa relazione – afferma il sindaco di Bellano Roberto Santalucia - certifichi una situazione delle acque del Pioverna completamente diversa da quella che è stata rappresentata frequentemente sugli organi di stampa. Ritengo giusto sottolineare questa situazione che è in netto contrasto con il pensiero dominante che ha sempre avuto grande risonanza”.

I tecnici dell'Arpa, accompagnati da personale della società Sagidep che è esecutrice del servizio di fognatura del comune di Bellano, hanno effettuato una serie di prelievi e analisi. “Le acque del torrente Pioverna in corrispondenza del primo laghetto erano prive di qualunque materiale in sospensione – si legge nella precisa relazione di Arpa -. La presenza di schiume era invece evidente in corrispondenza del secondo laghetto, nell'ansa a margine del laghetto stesso. In corrispondenza del terzo laghetto, che rappresenta anche l'ingresso del Pioverna nel canyon, l'aspetto delle acque era leggermente torbido e in questo tratto era anche evidente la presenza di materiale vegetale trasportato dalla corrente e la presenza di schiume disperse”.

I tecnici Arpa non hanno rilevato scarichi attivi nel tratto del torrente ispezionato. Hanno quindi effettuato il campionamento delle acque nel terzo e nel secondo laghetto. Il test dell'ammoniaca non ha evidenziato in entrambi i punti la presenza della sostanza chimica nel Pioverna. “Peraltro non è stato rilevato – sottolineano i tecnici Arpa – alcun odore riconducibile alla presenza di reflui fognari in corrispondenza della parte di torrente ispezionata. Ciò nonostante al momento dell'arrivo sul posto si percepiva un odore di fogna nella zona di accesso al sito. Anche le schiume, che dall'alto della passerella sembravano molto scure, osservate da vicino apparivano chiare e non scure come quelle che si formano in presenza di reflui fognari”. Su tutti i campioni di acqua prelevati i laboratori hanno effettuato le analisi per determinare la presenza di azoto, fosforo totale, ammoniaca, tensioattivi, solfati, solfiti e solfuri.

“I risultati – spiegano i tecnici – dimostrano che il fenomeno che si rilevava nell'ansa a margine del secondo laghetto era di origine naturale e molto probabilmente connesso alla presenza significativa di materiali di origine organica strappati dalle sponde e trascinati dalle acque in occasione della piena precedente. I valori di azoto e fosforo misurati in laboratorio sono assolutamente comparabili e compatibili con quelli misurati alla foce di un torrente come il Pioverna, Anche le concentrazioni di tensioattivi nel campione di monte e nel laghetto sono al di sotto del limite di rilevabilità strumentale avvalorando la tesi della naturalità delle schiume”.

L'unico parametro che si discosta dal campione di monte è il Cod, ovvero la domanda chimica di ossigeno, che nel laghetto, proprio per il ristagno di materiale organico biodegradabile, risulta essere intorno a 16 microgrammi litro di ossigeno, valore che comunque è compreso nel range di normalità. I tecnici hanno concluso che la “ripetizione del fenomeno del ristagno di schiume in regime di magra del Pioverna sia da ascrivere al fatto che in tali condizioni l'ampiezza del mulinello eccentrico che si forma lungo la corrente del secondo laghetto non sia sufficiente a interessare tutta l'ansa per cui a margine ristagnano delle schiume, emulsioni e eventuali sospensioni”.

Si ipotizza che in condizioni di piena tutta l'ansa venga invece ripulita. Infine l'Arpa sottolinea che “la quantità e la tipologia delle schiume dipendono ovviamente dalla qualità delle acque del torrente e dal materiale trasportato, non si può escludere la possibilità che in altri momenti alla presenza di schiume ci siano stati o ci potranno essere contributi diversi da quelli individuati in occasione dei campionamenti”.