Monticello Brianza, 23 ottobre 2012 - Aule fredde e studenti a casa in sciopero. È successo ieri all’Iiss Alessandro Greppi di Monticello Brianza, dove le ragazze e i ragazzi del più importate istituto superiore della provincia lecchese hanno incrociato le braccia e disertato in massa le lezioni per protestare contro le temperature troppo basse. Sono gli effetti della spending review e dei tagli agli enti locali, che hanno spinto i vertici di Villa Locatelli a sollecitare i presidi delle scuole lecchesi a risparmiare sul riscaldamento.

I responsabili del polo didattico brianzolo però devono forse aver esagerato perché settimana scorsa i caloriferi garantivano a malapena i 15 gradi, tanto da spingere i liceali ad avviare una raccolta di firme e proclamare lo stato di agitazione se la situazione non fosse cambiata, annunciando nel contempo che se i termosifoni da lunedì non avessero funzionato a pieno regime si sarebbero rifiutati di mettere piede nel plesso di via dei Mille. Detto e fatto: quando ieri mattina hanno constato che la caldaia funzionava al minimo in molti hanno girato i tacchi e se ne sono andati.

All’iniziativa hanno aderito in cinquecento e oltre, praticamente la metà di tutti gli iscritti. Il dirigente Lorenzo Leandro Pelamatti, solitamente molto indulgente e comprensivo, non l’ha affatto presa bene. «Ritengo si sia trattato di un pretesto per godersi qualche ora di vacanza fuori programma - spiega -. I caloriferi erano accesi e si stavano scaldando, nel giro di una ventina di minuti sarebbero stati a regime. Tra l’altro sono regolati automaticamente in base alla temperatura esterna e se funzionavano poco è perché non si stava male».

Ed effettivamente in molti degli scioperanti che sono rimasti nel cortile indossavano addirittura le maniche corte o semplici felpe. «Proprio non capisco - prosegue il preside, più deluso che arrabbiato -. Si sono lamentati che faceva freddo, ma hanno preferito restarsene fuori in t-shirt. Hanno buttato via una giornata di studio per nulla. Io con i docenti mi impegno per garantire loro stage formativi, corsi particolari, viaggi all’estero e loro si comportano così... Non hanno dato prova di maturità, francamente mi chiedo come potranno prepararsi a quello che sarà il mondo del lavoro».

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