Monticello Brianza, 19 ottobre 2012 - Ciclismo in lutto per la scomparsa del Re delle Fiandre. Si è spento questa mattina Fiorenzo Magni, campione della bicicletta italiana. Il 7 dicembre avrebbe compiuto 92 anni. Era ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza in seguito a un‘aneurisma, ma da tempo viveva a Monticello Brianza insieme alla moglie in una villa di via Montegrappa.

E’ stato uno dei grandi delle due ruote insieme a Fausto Coppi e Gino Bartali, che spesso gli hanno rubato la scena. Nonostante abbia gareggiato insieme a loro è riuscito ugualmente a conquistare per tre volte la classica fiamminga - da qui il suo soprannome -, un Giro d’Italia nel 1995 divenendo il vincitore più vecchio di sempre, dove si è piazzato anche al secondo posto per due volte. Tre Giri del Piemnonte, quello di Toscana, del Lazio, di Romagna, del Veneto, la Tre Valli Varesine, la Milano - Torino.

Probabilmente nel 1950 avrebbe messo le mani anche sul Tour de France se i corridori italiani non si fossero ritirati in seguito ad un’aggressione ai danni proprio di Bartali da alcuni tifosi d’oltralpe. Inoltre è salito sul podio due volate alla Milano - Sanremo, alla Parigi - Roubaix e al Giro di Lombardia.

Il corridore è stato un campione anche nella vita. In quello che è diventato il suo paese “adottivo” per lui che era originario di Vaino in Toscana, provincia di Prato, si è speso infatti anche in opera di volontariato in un’associazione che opera presso la casa di riposo locale. E proprio a Monticello l’1 dicembre avrebbe dovuto presentare il suo libro, “Il terzo uomo”, una biografia per ripercorrere la sua vicenda sportiva e umana che si è svolta tra gli altri due “uomini”, appunto Coppi e Bartali.

Fiorenzo Magni ha cominciato a salire in sella a 13 anni con l’Associazione ciclistica Montecatini Terme. A soli 17 anni ha indossato la sua prima maglia azzurra per i Mondiali, poi annullati per lo scoppio della Seconda guerra mondiale. La sua impresa più celebre, al di là delle vittorie, risale probabilmente al Giro del 1956, quando, nonostante una brutta caduta che gli è costata la frattura della clavicola, ha deciso di concludere la tappa e l'intera competizione, non una qualsiasi, ma la dura cronoscalata di San Luca sopra Bologna.

Terminata l’attività agonistica ha continuato a gravitare nel mondo del ciclismo, come commissario tecnico azzurro, presidente dell’Associazione corridori e della Lega professionisti, oltre delle della fondazione del Museo del ciclismo “Ghisallo”. A lui si deve anche nel 1954 l’introduzione degli sponsor nel ciclismo. Aspetti questi che gli sono valsi il Collare d’oro al merito sportivo. I funerali si svolgeranno domani, sabato, alle 15.30 nel Duomo di Monza.