Verderio Superiore, 18 ottobre 2012 - Gli artificieri hanno fatto brillare altre cassette piene di armi, che si aggiungono a quelle fatte esplodere ieri. Eppure Cascina Isabella di Verderio Superiore non è ancora un luogo sicuro. A quanto pare il sottosuolo del complesso agricolo celerebbe altri residuati bellici rilevati mediante un metaldetector. Le operazioni di bonifica proseguiranno pertanto anche domani, venerdì, per il terzo giorno consecutivo.

Quest’oggi, giovedì, per distruggere tutto il materiale finora recuperato gli esperti dei carabinieri Nucleo antisabotaggio di Milano hanno dovuto effettuare addirittura due esplosioni controllate, tanti sono stati gli armamenti rinvenuti. Credevano di poter decretare il cessato pericolo, invece, dagli ulteriori accertamenti effettuati proprio per sincerarsi che veramente l’intera zona, è emerso che ci sarebbero altre granate e bombe a mano sepolte.

Gli armamenti appartenevano ai soldati tedeschi. Risalgono alla Seconda guerra mondiale. Sono stati nascosti da uno dei partigiani della 103^ Brigata Sap della Divisione Fiume Adda, che dopo la Liberazione inseguirono i nazifascisti allo sbando, intercettando il 27 aprile 1945 a Paderno una colonna motorizzata di militari della Wermacht e delle SS in rotta dal Po verso la Germania.

Le truppe in ritirata, al termine di concitate trattative che scongiurarono in extremis un bagno di sangue da ambo le parti, ormai assediate si arresero agli Alleati, ma i partigiani confiscarono le loro armi. Alcune vennero distrutte, altre distribuite ai cittadini, altre ancora appunto confiscate e nascoste dagli stessi partigiani. Proprio come quelle trovare a Verderio Superiore.

A trovare il tutto è stato il signor Giancarlo Viganò, 75enne del paese, genero del fratello del partigiano che ha occultato le armi. "Stavo scavando con un piccone un pozzetto per installare una canalina per i cavi elettrici - racconta -. Improvvisamente ho sentito un suono come di metallo, non ho compreso di cosa si trattasse, ma ho preferito procedere con cautela".

Spostando la terra e i sassi con le nude mani ha riportato alla luce una cassa in ferro. Ha forzato il baule con un badile e a tentoni ha estratto quello che ha subito compreso essere un residuato bellico. "Ho rimesso tutto a posto, mi sono allontanato e ho avvisato immediatamente i carabinieri", prosegue il racconto il pensionato.

Una veloce occhiata in internet e ha compreso di aver scovato dei pezzi da fanteria in dotazione alle forze armate teutoniche durante la Seconda guerra mondiale. "Evidentemente li ha sotterrate lì mio suocero - spiega -. Suo fratello, Cesare Aldeghi, che adesso non c'è più come lui, apparteneva ai nuclei partigiani".