di Stefano Cassinelli

Lecco, 17 ottobre 2012 - «È un gesto estremamente generoso, una donazione che consentirà di completare ulteriormente una serie di progetti e investimenti che sono in corso all’ospedale». Così commenta la donazione, stimata in circa cinque milioni di euro, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Lecco Mauro Lovisari. L’eccezionale gesto di generosità arriva da Emilia Cazzaniga deceduta all’età di 97 anni. La donna, residente in via Azzone Visconti al civico 46, ha lasciato l’intero immobile all’ospedale oltre a una ingente somma in liquidità.

Emilia Cazzaniga era stata sposata con Giovanni Maietta, scomparso nel 1987, e l’ingente patrimonio a disposizione della 97enne avrebbe dovuto andare a Lidia Cairoli, amica fraterna della lecchese che con lei aveva condiviso una vita come da sorella. Però Lidia è deceduta alcuni mesi fa e così Emilia, che non ha mai avuto figli, si è ritrovata a dover decidere come destinare il suo enorme patrimonio. Negli ultimi mesi la sua età l’aveva costretta a doversi sottoporre a diverse cure mediche e anche ad essere ricoverata all’ospedale Manzoni.

Probabilmente durante il ricovero nel nosocomio cittadino Emilia Cazzaniga ha maturato la decisione di lasciare i suoi averi all’Azienda ospedaliera. Una scelta che certamente trova radici in un’assistenza adeguata. Si pensa che la Cazzaniga sia stata assistita amorevolmente e abbia quindi deciso che i suoi soldi avrebbero potuto contribuire a rendere la degenza di altre persone sempre più agiata. «La decisione della signora Emilia – ha ricordato il direttore Lovisari – mi è stata comunicata dal direttore amministrativo Roberto Pinardi. La valutazione di cinque milioni di euro è ancora in fase di definizione, certo è che si tratta di un immobile di grande prestigio a Lecco e quindi il valore è assai elevato. Il gesto della signora Cazzaniga è stato di grande generosità e altruismo».

Emilia Cazzaniga amava molto la sua città dove era nata e dove aveva conosciuto il marito Giovanni negli anni Cinquanta quando l’uomo si era trasferito da Avellino sulle rive del Lario. Le sue ultime volontà sono state scritte di suo pugno in un testamento olografo che si è trasformato in un regalo assolutamente inaspettato per l’Azienda ospedaliera che come tutti gli enti sta facendo i conti con tagli e riduzioni delle disponibilità economiche.

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