Lecco, 13 ottobre 2012 - Prosegue  il sit-in dei lavoratori della Leuci. Nonostante l’incontro di ieri mattina tra istituzioni e lavoratori sia «stato proficuo» secondo quest’ultimi, il presidio non si ferma. «Abbiamo visto che c’è la volontà di continuare il percorso di questa attività anche da parte delle istituzioni del territorio – dichiara Giancarlo Bosisio, Rsu Leuci –, per ora siamo positivi, anche se la strada rimane in salita». 
 

C'è un cauto ottimismo infatti tra i dipendenti dopo l’incontro di ieri mattina sul futuro dell’azienda di via XI febbraio. Gli assessori allo Sviluppo di Comune e Provincia, rispettivamente Armando Volontè e Fabio Dadati, hanno infatti incontrato i lavoratori in un incontro tecnico. zLa situazione è ancora molto complessa – spiega Dadati –: la nostra intenzione è quella di dare continuità alla produzione per continuare a dare occupazione ai dipendenti. Abbiamo inviato una lettera alla proprietà e ora aspettiamo che fra qualche giorno Vincenzo Di Giovine possa inviare la sua proposta». Il prossimo appuntamento importante per i dipendenti sarà lunedì, alle 18.30, con il Consiglio comunale aperto a tutti in cui si parlerà della crisi dell’azienda di via XI febbraio.
 

Un problema, per Dadati, sono le condizioni poste da Pisati su un comunicato diramato giovedì. Ossia subordinare la cessione dell’area o di parte di essa all’obbligo di assunzione di un numero «significativo» di lavoratori attualmente contrattatualizzati alla Leuci e il trasferimento di una trentina di dipendenti nello stabilimento produttivo di Buccinasco. «Se queste richieste sono inamovibili non si può fare nulla – spiega però Dadati –, ma se sono trattabili si può venire a un compromesso». La chiusura dello stabilimento di Lecco è fissata per il 31 marzo 2013, ma i 93 dipendenti non vogliono rassegnarsi e continuano la loro battaglia per il posto di lavoro. Da giovedì 4 ottobre stazionano fuori dai cancelli dello stabile di via XI febbraio per rendersi visibili alla città e per cercare di ottenere garanzie per il futuro lavorativo.
 

di Fabio Landrini