Merate, 12 ottobre 2012 - Gli ultimi scampoli di verde in Brianza rischiano di scomparire. Dall’Amministrazione provinciale di Lecco è stato varato un piano che prevede di scavare oltre 400 ettari di cave tra Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Osnago, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Annone, Civate, Galbiate e Missaglia. I luoghi prescelti per estrarre milioni di metri cubi di ghiaia, terra e sabbia sono tra le poche aree agricole rimaste.

Per scongiurare tale eventualità i volontari di diverse associazioni ambientaliste si sono alleati e hanno istituito il Comitato No cave Meratese e Casatese. Gli attivisti sono sostenuti anche da tutti i sindaci e gli amministratori locali della zona, di sinistra e di destra, una volta tanto insieme.

Mercoledì sera, presso la sala civica di Merate, si è svolta la prima uscita ufficiale del gruppo civico.I promotori dell’iniziativa hanno illustrato nel dettaglio quello che è il Piano cave provinciale. Diverse le criticità evidenziate, a partire dalla considerazione che il settore edilizio è in crisi e che quindi non ci sarebbe bisogno di nuovi poli estrattivi.

Per spingere i vertici di Villa Locatelli alla retromarcia è stata avviata anche una raccolta firme. Sono già centinaia le adesioni, ma la campagna di sensibilizzazione e delle sottoscrizioni proseguirà anche nelle prossime settimane nei diversi paesi del circondario, già domenica a Osnago, dove è stata ideata una castagnana anti-cava.