di Andrea Morleo

Lecco, 12 ottobre 2012 - Dei suoi capelli ha fatto un vanto. Di più, sono diventati il suo tratto distintivo, un piccolo «tesoro» personale capace di aprirgli le porte del mondo dello spettacolo e della pubblicità sin dalla tenera età. Perché Kevin Carvelli i capelli non li taglia da quando è nato, cosa che all’età di quattro anni gli è valsa il primato di bambino con i capelli più lunghi d’Italia. Ora, a 14 anni, rischia però di dover rinunciare alla particolarità che lo ha reso famoso. Colpa del regolamento del Centro Studi «Casnati», la scuola superiore di Como dove il ragazzo si è iscritto quest’anno, nel quale è vietato portare i capelli lunghi. È lì che il giovane si è voluto iscrivere una volta terminate le scuole medie. «È appassionato di aeronautica - racconta il papà - e così abbiamo deciso di indirizzarci in quell’ambito. In estate sono andato a parlare in un istituto di Bergamo, dove però mi hanno subito chiarito che Kevin avrebbe dovuto tagliarsi i capelli. Così ho ringraziato e mi sono rivolto altrove».

La scelta cade appunto sul Centro Studi Casnati di Como, che tra le molte offerte vanta pure un indirizzo di aeronautica. Anche in questo istituto vige un rigido regolamento: niente jeans, nè scarpe da ginnastica, T-shirts colorate; mentre sono autorizzate solo camicie bianche o blu, scarpe nere e capelli tagliati corti. Nulla da eccepire: un chiaro imprinting educativo in stile militare. Carvelli lo sa benissimo e per questo pone subito la questione. «Anche qui ho chiesto e la preside - ci racconta - mi ha risposto che Kevin avrebbe potuto tenere i capelli lunghi, a patto che li raccogliesse sempre in una coda». Così il quattordicenne lecchese inizia la nuova avventura, frequenta i corsi, apprezza la didattica, socializza con i compagni e soprattutto nessuno si lamenta dei suoi capelli. L’inghippo arriva però qualche settimana fa.
 

«È stato in occasione di una riunione scolastica a cui hanno partecipato genitori e insegnanti - continua Giuseppe Carvelli -. Una professoressa ha fatto presente durante la riunione che quei capelli vanno tagliati». Quell’osservazione cambia lo scenario e il giorno dopo per Kevin cominciano i problemi. «Secondo i racconti di mio figlio anche la preside, la stessa che mi diede l’okay al momento dell’iscrizione, ha iniziato a insistere di tagliarli».

Il quattordicenne di conseguenza si innervosisce: perché il clima non è più lo stesso nei suoi confronti e poi perché si trova preso tra due fuochi: abbandonare scuola e compagni oppure restare ma azzerare quella cresta che l’ha reso famoso? «Non voglio forzare la mano - spiega il papà -. Faccio solo presente alcune cose: perché la preside ha fatto marcia indietro solo ora? E poi in quella classe ci sono anche tre ragazze che i capelli lunghi ce li hanno. Non chiedo nulla di strano: vorrei che l’istituto desse solamente un po’ di tempo a mio figlio per non precludersi alcuna strada. È un ragazzino che come tanti coetanei non ha ancora chiaro cosa voglia fare: se sarà convinto della carriera aeronautica, state sicuri che i capelli li taglierà».

andrea.morleo@ilgiorno.net