Lecco, 11 ottobre 2012 - D’ora in avanti è il provveditore in persona a occuparsi del caso del primino di Rovagnate iscritto all’Iss Fiocchi di Lecco che è stato picchiato da un bullo più grande e poi costretto a cambiare scuola perché professori e vertici del plesso didattico non sono in grado di garantire che non si ripetano episodi analoghi.

Secondo Giuseppe Petralia, numero uno dell’istruzione provinciale, non è ammissibile che un ragazzino, oltre a subire il danno di essere pestato da un 17enne moldavo, risulti doppiamente vittima perché obbligato ad andarsene in quanto nessuno è in grado di tutelarlo e difenderlo. «Nessuno dei responsabili del polo professionale purtroppo ha ritenuto fosse suo dovere informarmi del grave episodio - commenta amareggiato il dirigente lecchese -. Approfondirò senza dubbio la vicenda, ma quello che deve essere chiaro fin da subito è che bisogna buttare fuori lo studente che ha aggredito il ragazzino più giovane, non il contrario. Non è assolutamente tollerabile che a chi ha subito una violenza sia suggerito di cambiare istituto perché chi di dovere non si vuole assumere la responsabilità di garantirgli protezione».

Il segnale che altrimenti verrebbe comunicato sarebbe devastante per l’intero sistema educativo: «Non dobbiamo né possiamo permetterlo, anzi occorre assumere provvedimenti affinché l’alunno che ha mosso le mani venga espulso e non rimetta mai più piede lui in quella scuola». E poco importa se la spedizione punitiva sia stata consumata poco oltre il confine dei cancelli della struttura di via Belfiore, non solo perché il «regolamento di conti» è cominciato all’interno del cortile, ma anche perché è evidente che la vicenda riguarda la vita scolastica.

Il provveditore di fatto sconfessa dunque la linea del preside Walter Fumagalli, secondo il quale della faccenda dovrebbero invece interessarsene solo i carabinieri. Il dirigente scolastico provinciale invita anche a compiere una riflessione seria, tralasciando pregiudizi e nel contempo evitando retorica e «buonismi», sulla la concentrazione di stranieri in determinate classi senza un adeguato percorso di inserimento e sostegno.

di Daniele De Salvo