Lecco, 2 ottobre 2012 - Espulso dal partito. In una nota firmata dal coordinatore provinciale, Mauro Piazza, il Pdl ha annunciato che «dopo un valutazione consensuale di opportunità Antonio Piazza ha rassegnato le dimissioni dal direttivo provinciale». Dimissioni indotte, insomma, dopo la bufera che ha investito il presidente dell'Aler (quasi ex perchè ha pure annunciato di lasciare la carica). I fatti risalgono a qualche giorno fa quando proprio davanti alla sede lecchese dell'ente di edilizia popolare Antonio Piazza parcheggia la sua fiammante Jaguar nel posto riservato ai portato di handicap. Poco dopo, in effetti, arriva un cittadino diversamente abile, che si trova parcheggiata un'auto senza l'apposito tagliando.

Il cittadino segnala prontamente l'abuso al comando dei vigili urbani, che manda sul posto alcuni agenti. I ghisa fanno semplicemente il loro dovere e staccano una multa . Peccato che il proprietario dell'auto non la prende bene. Anzi, la sua reazione è tanto fulminea quanto sconcertante perché in un batter d'occhio provvede a tagliare le gomme dell'auto di quel cittadino che si era «permesso» di segnalare quell'abuso. Questi i fatti che hanno scatenato un'ondata di indignazione in città proprio nei giorni in cui la «casta» e i suoi privilegi sono nell'occhio del ciclone.

Tra le grida d'indignazione spicca quello di Walter Quintini (Rifondazione Comunista), che spiega come «un'indecorosa ed incivile azione, condita da gratuita cattiveria, richieda una rieducazione del Piazza anche per il ruolo pubblico di prestigio che lo stesso ricopre». Si chiede insomma la testa di Antonio Piazza e il Pdl ci mette poco a prendere il provvedimento di espulsione nei suoi confronti.

In mattinata le scuse del diretto interessato affidate in un comunicato-stampa in cui annuncia di voler rassegnare le proprie dimissioni anche dalla presidenza precisando però che «quanto accaduto è un fatto assolutamente personale, che non riguarda l'Aler - spiega - e per il quale mi sono immediatamente scusato e a cui ho cercato di rimediare prontamente».

La scivolata arriva subito dopo quando il presidente dell'Aler aggiunge però che «ho deciso di compiere questo passo (le dimissioni, ndr) , pur non condividendone le ragioni, in quanto non dovuto a cattiva gestione dell'Aler ma a una semplice arrabbiatura personale». Come dire: come cittadino qualsiasi posso fare quello che voglio.

di Andrea Morleo