Lecco, 1 ottobre 2012 -«Il nuovo centralino 112 viene proposto come una grande innovazione, ma di fatto vi sono tantissime criticità, il vero cambiamento e la sicurezza per i cittadini arriva da altre scelte che purtroppo Areu non sta nemmeno prendendo in considerazione». Sono decise le parole del dottor Rocco Micò, medico specializzato in area critica con molti anni di servizio 118. «Lasciamo perdere i tempi che si potrebbero allungare rispetto al modello attuale – afferma Micò – ma concentriamoci su quello che certamente non funziona. Per prima cosa la centrale 112 unica che copre un’utenza di 3 milioni e 800mila abitanti può collassare in caso di maxiemergenze.

Pensiamo ad esempio a un’alluvione a Varese dove c’è la centrale, questo provocherebbe un numero enorme di chiamate in entrata concentrato nella zona interessata dall’evento e intaserebbe i centralini creando delle code in attesa, queste code interesserebbero anche Como, Lecco e le altre province e non riguarderebbero solo l’area della maxiemergenza per cui i ritardi comprensibili in una zona disastrata si registrerebbero anche su tutte le altre zone per l’attività di routine». Per Micò, che ha anche un diploma di perito elettrotecnico nel suo curriculum, il rischio di collasso del sistema è intrinseco in questo modello di gestione delle emergenze: «Lo si è visto per gli attentati negli Stati Uniti con il 911 e con il recente terremoto in Giappone. Quando c’è questa massa di chiamate il sistema basato sulla linea telefonica collassa. Proprio per questo ci sono sistemi più innovativi e basati su tecnologia diversa della linea voce. A novembre Usa e Giappone avranno un convegno tra i massimi esperti di emergenze e urgenza perché l’intenzione è quella di utilizzare i social network per gestire gli eventi critici.
 

Avere a disposizione la tecnologia di oggi e poterla usare significa alleggerire enormemente le linee voce così da poter dare risposte a tutti gli utenti o comunque non farli restare in attesa. Anche il terremoto in Emilia ha fatto registrare il collasso delle linee telefoniche e in quel caso la gente si è autogestita mandando le richieste di aiuto con facebook o twitter». Di fatto il 112 secondo Micò «nasce come qualcosa di nuovo ma è già obsoleto perché porta in sé tutte le criticità già esistenti, si dovrebbero invece seguire strade tecnologiche di più alto profilo, stiamo usando lo stesso sistema che si usava 60 anni fa. Risulta chiaro che c’è qualcosa che non va nella gestione di tutto questo. Anche perché si istituisce il 112 unico ma poi i medici che devono mandare un Ecg in ospedale dal luogo di un evento non possono farlo perché non c’è la linea».

di Stefano Cassinelli