Santa Maria Hoè, 10 agosto 2012 - Padre Fausto Tentorio, il religioso del Pime di 59 anni originario di Santa Maria Hoè assassinato lo scorso ottobre fuori dalla chiesa della sua parrocchia di Arakan nelle Filippine, era già sfuggito ad un agguato appena due giorni prima di essere ucciso.

I sicari avrebbero cercato di eliminarlo lungo la strada che porta alla missione che seguiva il sacerdote brianzolo, ma senza successo. Per questo meno di 48 ore dopo sarebbero tornati alla carica portando a termine il “lavoro”, mentre il prete si apprestava a salire sulla sua auto nel garage appena fuori dalla chiesa.

A raccogliere prove e indizi in tal senso sono stati alcuni investigatori privati ingaggiati dai vertici della diocesi di Kidapawan, che temono che le indagini e l’inchiesta ufficiali vengano insabbiate senza che si scoprano coloro che hanno premuto il grilletto e freddato il don e soprattutto i mandanti del delitto.

Nonostante sia stato arrestato un sospettato, tale Jimmi Ato, un tribale del posto, contro di lui al momento non è stata formulata ancora alcuna accusa. Il reato di cui deve rispondere è quello di incendio doloso per una vicenda che risalirebbe a parecchi anni prima e lui del resto ha sempre negato di essere un assassino.

Secondo quanto ricostruito dagli incaricati diocesani, il 59enne sarebbe stato fatto fuori da persone riconducibili ai gruppi paramilitari che in zona la fanno da padroni, probabilmente su ordine di politici corrotti e potenti imprenditori che non gradivano l‘attività di padre Pops, come lo chiamavano tutti, per difendere i diritti della gente del posto.

Sono almeno 27 i testimoni che hanno deciso di rompere il muro di omertà e di collaborare con la giustizia, ma temono ritorsioni per la loro vita e per quella dei parenti. Per questo hanno domandato di essere inseriti in un programma di protezione, ma l’appello è caduto nel vuoto. Come non hanno ricevuto risposte le lettere e gli appelli al ministro della Giustizia affinchè sia veramente compiuta piena luce sulla vicenda.

Ma a ormai a quasi 10 mesi esatti dal feroce delitto, tra timori di insabbiamento, ritrattazioni, tentativi di rallentare gli accertamenti, il delitto del missionario italiano resta ancora irrisolto.

di Daniele De Salvo