Lecco, 10 agosto 2012 - Tre giocatori aggrediti, due bombe-carta e un dirigente minacciato di morte. È il bilancio di quella che sarebbe dovuta essere la conferenza-stampa di presentazione della prima squadra della Calcio Lecco. Perché mentre l’allenatore Stefano Franciosa parlava ai giornalisti presenti nella sala stampa del Rigamonti-Ceppi, fuori dallo stadio scattava il parapiglia. Poco prima delle 18, ora di inizio dell’appuntamento, un gruppo di ultrà ha gridato contro alcuni giocatori e Joseph Cala, amministratore unico della società di via don Pozzi. Alcuni minuti dopo una bomba carta è stata tirata sopra gli spogliatoi, un’altra è scoppiata poco dopo, a conferenza in corso. Ma non è tutto.

Alcuni ultrà si sono avvicinati a tre giocatori aggredendoli, rendendo necessario l’intervento del 118 giunto prontamente a medicare i malcapitati. Per loro un codice giallo, ma nessuno è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale Alessandro Manzoni. Subito in via don Pozzi sono giunti i vigili del fuoco e alcune pattuglie di polizia e carabinieri per monitorare la situazione. «Me ne vado solo se qualcuno mi ridà 100mila euro, quelli che ho speso finora con il Lecco», tuona Cala che, a sorpresa dichiara: «Il segretario generale Ivan Corti, ufficialmente in malattia, non è al lavoro in questi giorni perché è stato minacciato di morte dagli ultrà».

Fuori intanto, la situazione si tranquillizzava grazie all’intervento massiccio delle forze dell’ordine che hanno presidiato l’impianto sportivo di via don Pozzi fino alla serata, permettendo a tutti di uscire dalla sede bluceleste in totale sicurezza. Un supporter lecchese, inoltre, è stato identificato per aver spintonato l’amministratore unico. Non c’è pace alla Calcio Lecco, una società che dal 2010 a oggi non ha ancora trovato un briciolo di tranquillità. Dopo la retrocessione dalla Prima Divisione nel maggio di due anni fa a Como si è rotto qualcosa tra tifo e società, fino a quando lo scorso maggio il Lecco è caduto in Serie D.

L’ex presidente Sergio Invernizzi è stato spinto ad andarsene dai continui insulti e contestazioni degli ultras nel corso della stagione scorsa. Cala, con un passato di pochi giorni nella Salernitana (che poi fallì) non ha mai convinto il tifo bluceleste dal giorno in cui è arrivato, poco più di un mese fa. La situazione, in via don Pozzi, resta tutt’altro che tranquilla. 

di Fabio Landrini