di Daniele De Salvo

Merate, 27 maggio 2012 - «È la fine di un incubo». A tirare un sospiro di sollievo è la madre separata 35enne di due figli piccoli alla quale lo scorso ottobre i funzionari di Equitalia avevano pignorato e bloccato il conto corrente su cui le viene versato accreditato lo stipendio oltre che gli assenti di mantenimento, privandola di fatto della sua unica fonte di reddito. L'altro ieri, grazie anche all'intervento dell'onorevole democratica Lucia Codurelli, il deposito bancario è stato dissequestrato ed è tornato nella disponibilità dell'intestararia, sebbene completamente prosciugato.

Il provvedimento infatti era illegale, perché lei, aveva già concordato il versamento di un quinto della busta paga. Il brutto sogno da cui non riusciva a svegliarsi perdurava dal 2000, a causa di un errore commesso, senza volerlo, dai genitori quando era appena maggiorenne. Il papà e la mamma erano imprenditori e le avevano chiesto di partecipare all'attività, con l'intento di offrirle un futuro. Purtroppo non è andata come desideravano, perché la ditta è fallita e la donna adesso deve sobbarcarsi parte del debito, circa 120mila euro, 20mila dei quali solo per interessi, more e spese legali, il 17% dell'intera somma.

Lei non si è mai sottratta alle sue responsabilità, sebbene « ereditate», e ha sempre assicurato che intende pagare fino all'ultimo centesimo, tanto che aveva appunto già accettato il versamento del quinto della busta paga. Sette mesi fa, tuttavia, la brutta sorpresa con la scoperta che non poteva più prelevare nulla, perché, senza alcuna comunicazione, le era stato sottratto il conto su cui custodiva i pochi risparmi, il denaro per i figli e su cui riceveva il frutto della sua professione in modo da poter assicurare una vita decorosa alla propria famiglia. Le rischieste di spiegazioni sono cadute nel vuoto, come del resto i tentativi di risolvere la questione per vie legali.

Alla fine a risolvere il problema ci ha pensato la parlamentare lecchese, che ha preso a cuore la situazione dopo essere venuta a conoscenza della vicenda grazie a un servizio del nostro giornale. «Vi ringrazio infinitamente per quello che avete fatto», racconta adesso la protagonista della disavventura, la quale ora mira a recuperare almeno parte di quello che le è stato sottratto indebitamente, ovvero sette mesi di stipendio e la tredicesima, dato che per riuscire a vivere ha dovuto chiedere aiuto a parenti e amici che almeno loro le hanno dato una mano.