Bulciago, 15 aprile 2012 - Attivista, pacifista, volontario, reporter, paramedico, amico… sono i mille ruoli di Vittorio Arrigoni, il 36enne ucciso lo scorso 15 aprile a Gaza, ricordato ieri nella sua Bulciago a un anno dalla morte. Non una commemorazione funebre, ma un momento di festa, di condivisioni, di ritrovo per quanti gli sono stati accanto a Gaza, lo hanno conosciuto o semplicemente hanno scoperto la sua figura attraverso le sue corrispondenze dalla Striscia.

Un migliaio di persone questo pomeriggio, domenica, si sono ritrovate per raccontare la loro testimonianza e ricordare il cooperante per i diritti umani dei palestinesi. Ad accogliere tutti quanti la mamma Egidia Beretta, insieme alla sorella Alessandra. La commemorazione si è svolta tra mostre, fotografe, momenti musicali, murales, lanci di palloncini, proiezione di filmati e uno spettacolo teatrale sulla resistenza, per lui, che andava fiero dei nonni partigiani e che si sentiva in qualche modo partigiano a sua volta per affermare la libertà di un popolo costretto a vivere in quella che definiva “la prigione a cielo aperto più grande della terra”.

Tra gli oggetti in esposizione anche quelli della vita quotidiana di Vik, come la sua pipa, che teneva sempre in bocca e gli conferiva l’aria di “lupo di mare” quando usciva come scudo umano con le barche dei pescatori gazawi per evitare che venissero abbordate dalla marina israeliana. E poi i suoi libri, quelli di poeti e di viaggiatori, “compagni di avventura e maestri di vita”.

Manifestazioni si sono svolte in contemporanea in tutta Italia: Milano, Napoli, Roma, Bologna, Torino, Trento, Pordeone. Ma anche in Europa, a Madrid, Colonia, Praga, Parii Palma di Maiorca. E poi al Cairo e naturalmente nella sua Gaza, dove a maggio riprenderà il processo a carico dei presunti quattro sequestratori e assassini. Potrebbe essere l’ultima udienza, poi si attende la sentenza.

Due sono ritenuti responsabili del delitto, tre del rapimento, uno solo di essere un fiancheggiatore. Durante il dibattimento però non hanno trovato risposta nessuna delle domande più importanti: chi ha commissionato veramente il delitto? Perché? A quale scopo? Perché proprio lui, considerato fratello dei palestinesi tanto da ricevere encomi, riconoscimenti, addirittura la cittadinanza onoraria di Gaza? Quesiti che purtroppo sembrano destinati a rimanere eternamente in sospeso, sebbene la madre più volte abbia sollecitato le autorità italiane a intervenire perchè sia fatta chiarezza. Ma quest'oggi, come un anno fa ad accogliere il feretro del concittadino a Roma e alle esequie, non c'era nessuno delle istituzioni, solo l'amica di famiglia di sempre Lucia Codurelli, l'onorevole democratica lecchese, quasi l'Italia non voglia riconoscere come proprio quel cittadino del mondo che non si ritrovava nè in bandiere nè in confini.

di Daniele De Salvo