di Daniele De Salvo

Santa Maria Hoé, 5 aprile 2012 - I combattenti dell’Npa, New people army, il Nuovo esercito popolare, hanno ucciso nei giorni scorsi nelle Filippine Patrick Wineger, un uomo d’affari di 48 anni svizzero-filippino. I rivoluzionari hanno rivendicato l’assassinio sostenendo che l’imprenditore era coinvolto nell’omicidio di padre Fausto Tentorio, il missionario di 59 anni originario di Santa Maria Hoè ammazzato lo scorso 17 ottobre fuori dalla chiesa della sua parrocchia di Arakan.

«La sua morte è un primo passo verso la realizzazione della piena giustizia per quanto successo al nostro amato sacerdote - ha diffuso in un comunicato Rigoberto Sanchez, portavoce dell’Npa dell’era di Mercaldo Are -. È stato ucciso dai membri del Fronte Comitato 51. L’azione è stata la punizione rapida e tempestiva di uno dei principali colpevoli dell’assassinio di padre Fausto».

L’investitore elvetico, insieme alla sua famiglia, gestiva piantagioni di gomma. A detta dei ribelli avrebbe fatto il doppio gioco passando informazioni ai militari dell’esercito regolare contro i Lumad, la gente del posto, oltre che fornire appoggio logistico al commando che ha sparato al religioso italiano. Gli inquirenti che si stanno occupando del caso come delle altre numerose morti extragiudiziali stanno adesso verificando la plausibilità delle affermazioni.

Al momento però gli indagati per la morte del consacrato brianzolo rimangono solo quattro: l’esecutore materiale Jimmy Ato, suo fratello Robert che avrebbe fatto da palo e autista, gli unici due in carcere, più i mandanti ad oggi identificati, altri due fratelli, Jose Sultan Sampulna e Dima Maligudan, un potente commerciante e un candidato alle ultime elezioni, i quali avrebbero voluto eliminare il prete del Pime perchè con le sue denunce pubbliche, avrebbe impedito loro di concludere importanti affari e l’ascesa politica. Sono in tanti però a sostenere che dietro al delitto ci sarebbero molte altre persone potenti, nel mondo economico come in quello imprenditoriale.