Bulciago, 24 marzo 2012 - Arriverà presto il 15 di aprile, troppo presto e sarà già un anno da quando Vittorio Arrigoni non c’è più, ammazzato nella sua Gaza ad appena 36 anni da un gruppo di terroristi salafiti. Chi l’ha ucciso per davvero, chi ha commissionato il delitto, perchè proprio lui, considerato un fratello del popolo palestinese, non ha ancora un nome. Il processo a carico dei quattro presunti sequestratori e assassini langue, le dodici udienze sin qui celebrate non hanno aggiunto nulla a quanto si sapesse, cioè poco, e la sentenza di colpevolezza contro gli imputati, uno dei quali latitante, si vocifera nella Striscia sia addirittura già stata scritta con una condanna a dieci anni, nonostante il dibattimento in corso e il verdetto di là da venire.

Ma Egidia Beretta, mamma del cooperante brianzolo e la sorella Alessandra non vogliono capri espiatori, non chiedono giustizia sommaria. Cercano e reclamano solo la verità. A suo tempo si erano appellate agli ex ministri degli Esterni e della Giustizia Franco Frattini e Nitto Palma come di recente a quelli attuali Giulio Terzi e Paola Severino. Solo quest’ultima si è degnata di un riscontro: «Mi ha risposto di aver incaricato i collaboratori d’esaminare la vicenda; e di ammirare la nostra contrarietà a un’eventuale pena di morte». Ma alle scarne parole di circostanza non sono seguite azioni concrete. Per questo sono state depositate interrogazioni alla Camera e al Senato, in modo da sollecitare un intervento più incisivo delle autorità italiane verso i vertici di Hamas con i quali pure non ci sono relazioni diplomatiche ufficiali.


Promotrice dell’iniziativa parlamentare è la compagna di partito e amica Lucia Codurelli, deputata democratica che sta seguendo con passione e tenacia la vicenda sin dalle prime tragiche battute. «Non ci sei più - ricorda Vik la mamma quasi in una preghiera nell’avvicinarsi del primo anniversario della sua morte -. Spenta la voce, spento il sorriso, spenta quell’amarezza intrisa di ironia con la quale sapevi scrivere anche i pezzi più duri, spenti i gesti delle tue forti braccia che parevano invincibili quando ti facevi scudo umano e ci indicavi il cammino. Ma noi ci siamo e ci saremo, sempre. Siamo migliaia, dalla tua amata Palestina al mondo. Testimoni che hanno raccolto la tua Utopia e la stanno diffondendo, proprio come volevi, senza confini, senza barriere, senza bandiere».

di Daniele De Salvo