Galbiate, 16 febbraio 2012 - «Adriano è meglio che canti, Adriano che parlare alla Rai». Questo il ritornello della canzone «Adriano Celentano» di Francesco Baccini che nel lontano 1992, con grande ironia, invitava il Molleggiato a concentrarsi più sulla musica che sui discorsi. Un invito che sembrano rivolgergli anche diversi cittadini di Galbiate, il Comune dove il molleggiato risiede, ieri balzato agli onori delle cronache. Nella lunga invettiva contro l’Europa, la Chiesa, il Governo Monti, la Consulta, Famiglia Cristiana, Avvenire e i giornalista del Corriere della Sera, Aldo Grasso, definito «deficiente», il Molleggiato ha trovato il tempo anche per parlare del sistema acustico della chiesa di Galbiate che, dopo i lavori di restauro del 2009-2010, è stato potenziato.

 «Non ho visto la trasmissione - spiega don Enrico Panzeri, parroco del piccolo Comune -, ma la gente ne parla per strada. Un tempo nella nostra chiesa l’acustica non era buona, ma adesso, in seguito al restauro, è stata promossa anche da uno come lui». Sull’invettiva a preti e frati che non parlano più del paradiso, don Enrico apre al dialogo. «È vero che nelle prediche utilizziamo meno termini come inferno o paradiso, ma usiamo sinonimi come dannazione o beatitudine eterna che sono di più semplice comprensione», conclude il religioso.

Parole a cui fanno eco quelle del prevosto di Lecco, monsignor Franco Cecchin, che può vantare un’amicizia con Celentano. «Quando è venuto a messa nella basilica di San Nicolò - racconta il prevosto - si è complimentato per lo slancio con cui ho tratteggiato il paradiso. Una puntualizzazione sull’importanza di questo non come una fuga dalla vita, ma come uno sprone a orientarsi nella complessità del presente, era positiva, ma la critica a Famiglia cristiana e ad Avvenire è stata gratuita e non costruttiva».

Passeggiando per le vie, i bar e i negozi di Galbiate si incontrano poche persone che hanno ascoltato il sermone del Molleggiato che ha fatto schizzare l’auditel del Festival, mettendo in secondo piano la musica. C’è chi lo difende come Maurizio Colombo, gestore del bar Convento, che parla «di una provocazione costruttiva». «Conosco Adriano, è simpaticissimo. Ha aperto un dibattito su temi scomodi». Ma per un parere favorevole, ce ne sono molti che lo attaccano. È il caso di Rosalba Merlo che si interroga sull’opportunità di fare un discorso simile nella cornice di Sanremo. «Ho guardato apposta il Festival - afferma - . Come cantante è bravissimo, ma quando parla, mi chiedo dove abbia la testa».