Lecco, 14 gennaio 2012 - Anche il mondo dell'alta quota lancia un grido di allarme e una protesta verso il governo. Sembra che la montagna non sarà più sicura per l'esercito di alpinisti e di escursionisti che si avventurano sui sentieri, sulle rocce, sui ghiacciai perché potrebbero venire a mancare i volontari che con quello spirito di solidarietà che è regola tra la gente di montagna, arriva dove volano le aquile a prestare soccorsi, recuperare feriti e salvare gente. Il Cai Nazionale e il Corpo del soccorso alpino lanciano l'allerta ora che dalla manovra Monti spuntano tagli pesantissimi, pari al 45% dei fondi destinati al Club Alpino Italiano e addirittura al 72% per il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Anche l'alpinista Reinhold Messner si dice preoccupato per il futuro del Soccorso alpino.

Lei che conosce la montagna e i rischi che comporta frequentare un ambiente tutto sommato ostile come commenta l'allarme per il Cai e il soccorso alpino?

«È chiaro che tagli pesanti mettono a rischio l'attività del Soccorso in montagna. È una necessità che fa parte delle cultura e della solidarietà di chi frequenta le montagne. Se viene a mancare questa solidarietà diventa molto pericoloso e anche negativo per il turismo sulle Alpi».

Le montagne sono un'attrazione irresistibile per molte persone e una fonte di sviluppo per molte aree del nostro Paese. Si rischia di mettere in difficoltà un'industria?

«Le Alpi vivono di turismo e pensate cosa succederebbe se un alpinista straniero restasse vittima di un incidente e nessuno lo soccorresse. Quale immagine daremmo di noi all'estero?»

E per quanto riguarda le attività del Cai?

«Il Cai ha una grande responsabilità nel diffondere la cultura dell'alpinismo e del nostro patrimonio montano. Però ad esempio potrebbe mettere in vendita alcuni suoi rifugi che costano davvero molto. Si potrebbero trovare soluzioni diverse per risparmiare e venderli ai privati, soprattutto quelli che rappresentano più che altro delle vere e proprie strutture turistiche».

Come giudica queste scelte effettuate dal governo?

«Provo rispetto per quello che sta cercando di fare Monti. Tutti in questo paese dovremmo imparare la filosofia della rinuncia. Molte delle cose che abbiamo a disposizione non sono necessarie. Me l'ha insegnato la montagna».

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di Federico Magni