Lecco, 23 novembre 2011 - Quella del pendolare è una vitaccia: sveglia presto, poi di corsa in stazione, quindi il treno e infine l’ultimo tratto verso il luogo di lavoro o di studio, nuovamente i mezzi pubblici oppure a piedi. Quando si arriva in ufficio o a scuola si è già stanchi. Se poi il tragitto è disagevole per i ritardi o perchè  si è costretti a viaggiare in condizioni al limite della decenza la giornata comincia necessariamente male. Lo stesso vale per il ritorno, quando si hanno sulle spalle otto ore dietro la scrivania, chini sui banchi oppure alla catena di montaggio in fabbrica. E purtroppo sembra quasi più facile che qualcosa vada storto piuttosto che fili tutto liscio.

 

«Va di male in peggio, il servizio è pessimo, sembra di stare sui vagoni indiani - assicura Claudio Consonni, 25 anni di Merate che quotidianamente si reca al lavoro a Milano - Nelle fasce di punta è impossibile trovare un posto a sedere». «Da quando è stata costituita Trenord, la società che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia, mi pare che ci sia stato un peggioramento - aggiunge Giancluca Leone, anche lui di 45 anni di Merate -. Di certo i miglioramenti promessi non si sono ancora visti».

Migliorie su cui Matteo Biagione, 38enne, ci ha messo una pietra sopra: «Non cambierà mai nulla, è da una vita che prendo il treno, prima per l’università adesso per lavoro, ed i problemi sono sempre gli stessi; in concomitanza dei cambi di orario non so perché ma la situazione precipita. Le carrozze sono troppo poche ed è normale che con tanta gente che deve salire e scendere in così poco spazio si accumulino ritardi, che alla fine sono provocati proprio dall’affollamento eccessivo. D’estate infatti, quando non ci sono gli studenti, i disagi non si verificano». In periodo di crisi economica e di rincari dei carburanti, con molti che per risparmiare preferiscono lasciare l’auto in garage, sarebbe invece l’occasione per implementare l’offerta ed aumentare numero di corse e di vagoni disponibili.

«È  intollerabile - dice senza mezzi termini Luca Tavola, 42 anni che opera nel settore della finanzia - È una mancanza di rispetto per chi prende il treno.  Ritardi, mancanza di posto, carrozze fredde e sporche... No, non è modo di trattare la clientela». «I treni sono quasi sempre in ritardo - denuncia Maddalena Broglia, universitaria di 21 anni -. Inoltre non ci si può sedere. Io ho anche il problema di farmi accompagnare in stazione perché dove abito, a Sartirana, non partono pullman ed anche se ci fossero costerebbero troppo visto anche il prezzo dell’abbonamento del treno che è stato aumentato». Ma c’è anche chi non si lamenta. Anna Vella, 24 anni di Calolziocorte ad esempio: «Il mio treno è sempre puntuale e anche il decoro mi sembra buono, ma non frequento le corse più piene».