Santa Maria Hoè, 18 ottobre 2011 - Padre Felice Tentorio, il missionario del Pime di 59 anni originario di Santa Maria Hoè ucciso lunedì nella sua missione di Arakan nelle Filippine, è stato colpito da dieci proiettili, molto probabilmente avvelenati. I sicari volevano essere sicuri che non scampasse all’agguato. Lo ha rivelato il fratello Felice al termine della veglia di preghiera e della messa di suffragio che ieri sera si è svolta nel paese natale del religioso. Dalle informazioni apprese il sicario ha atteso che il sacerdote fuori dalla chiesa della missione, poi mentre saliva in auto per recarsi ad un incontro diocesano, gli ha sparato alle spalle e quindi al fianco. Infine gli ha esploso due pallottole al capo.

 

Il killer è scappato in sella ad una moto guidata da un complice. I confratelli sostengono che ha pagato con la vita il suo impegno a favore delle tribù locali, espropriate di terreni e diritti e costrette a rifugiarsi sulle montagne dai latifondisti e dagli sfruttatori minerari. Nella capitale Manila sono scese in strada diverse persone per chiedere giustizia e la cattura degli assassini, La situazione politica dell’isola asiatica è molto difficile, perché di recente è cambiato il governo. Il nuovo premier, secondo i missionari del Pontificio istituto missioni estere impegnati in prima linea nell’opera di cambiamento e ripacificazione nazionale, si sta impegnando per tutelare tutti, ma deve fronteggiare molte difficoltà.

 

Per padre Sebastiano D’Ambra, per otto anni responsabile del Pime nel paese asiatico che ha pronunciato l‘omelia durante la funzione religiosa, il martirio di padre Fausto Tentorio potrebbe rappresentare una primavera per l’impegno a favore dei gruppi tribali, ma anche uno stimolo alla Chiesa italiana a schierarsi sempre dalla parte dei poveri. Intanto è stata fissata la data dei funerali del consacrato brianzolo. Le esequie si svolgeranno martedì prossimo e vi dovrebbero prendere parte anche i familiari del missionario assassinato.