Lecco, 27 settembre 2011 - «Siamo ostaggi dei proprietari dell’azienda. Siamo intrappolati, non possiamo nemmeno andarcene». Sono chiare le parole di Mauro Dell’Orto, dipendente della Helman elettronica di Abbadia, fuori dai cancelli dell’azienda che sembra essere avviata verso il fallimento. «Nella situazione attuale non percepiamo lo stipendio – afferma Dell’Orto a cui mancano tre anni per raggiungere la pensione - non possiamo cercare alternative lavorative perché se ce ne andassimo perderemmo anche il Tfr. Questa situazione è inaccettabile e ingiusta per i lavoratori, non possiamo trovarci in queste condizioni e non avere idea di che cosa ci riserva il futuro, non avere la cassa integrazione e non sapere che cosa accadrà domani».
Ma ci sono anche giovani lavoratori in seria difficoltà come Igor Pecoraro, 27 anni, da otto dipendente della Helman che spiega: «Il futuro è ricco di incognite, non sappiamo che cosa accadrà, per ora la certezza è che non arriva lo stipendio. Logicamente spero che ci siano prospettive lavorative per il futuro ma non sono tranquillo perché è un momento difficile per l’economia, io faccio l’autista e le possibilità di trovare occupazione non sono molte». Anche Daniela Centali, un’altra dei 27 dipendenti, manifesta preoccupazione: «Viviamo alla giornata nella incertezza più totale. Rammarica il fatto che si poteva andare avanti con il lavoro perché di ordini ne arrivavano ancora anche se la parte commerciale ormai da qualche tempo era lasciata andare. Fino a qualche anno fa coprivamo tutta Italia, Francia e Svizzera con la rete commerciale adesso invece è stata smantellata. Eravamo in 90 poi siamo scesi a 60 e ora siamo rimasti in 27, da più di due anni gli ingegneri che si occupavano della progettazione se ne sono andati».
Giovanni Ciappesoni, delegato Rsu, sottolinea che «si poteva evitare di arrivare a questo punto, c’erano ingegneri validi per la progettazione che se ne sono andati e che hanno messo in piedi una loro azienda, che fa queste stesse cose, e che sta andando bene. È mancata la volontà della proprietà di portare avanti il lavoro sono stati fatti tanti errori di valutazione». Il futuro preoccupa e Ciappesoni spiega: «L’impossibilità di accedere agli ammortizzatori sociali crea non pochi problemi. Non ricevere lo stipendio e sapere che le prospettive di salvezza dell’azienda sono assai poche ci mette tutti in difficoltà».
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