Lecco, 28 maggio - E’ stato risolto il giallo del cadavere trovato nel tardo pomeriggio di ieri vicino alla Superstrada 36 al confine tra Aroiso (Como), Giussano e Briosco. E’ quello di Cristoforo Trommino, il 48enne che nel 1997 aveva ucciso la moglie Tiziana Riva a Lomaniga di Missaglia, nel Lecchese.

Secondo quanto si è potuto stabilire, l’uomo si sarebbe tolto la vita. Per quel delitto era rimasto in carcere fino al 2006 quando uscì grazie all’indulto. Probabilmente il suicidio è da ricondursi a un senso di colpa acuitosi negli ultimi giorni in coincidenza con l’anniversario del suo terribile gesto di 14 ani fa. Il cadavere era stato trovato in territorio comunale di Giussano, nella zona più impervia di una collinetta che si affaccia su via Delle Grigne, non lontano dalla superstrada.

L’allarme era stato lanciato ai carabinieri di Giussano da un cercatore di lumache dopo che il suo cane era stato attratto dal forte odore del corpo in avanzato stato di decomposizione. Inizialmente si era pensato a un omicidio: i carabinieri, infatti, non avevano trovato nelle immediate vicinanze la testa dell’uomo, rinvenuta poi appesa alla corda che l’uxoricida ha utilizzato per togliersi la vita impiccandosi a un albero. Il cadavere, recuperato dai carabinieri di Carate Brianza, è ora a disposizione del Sostituto Franca Macchia della Procura di Monza che attende l’esito dell’autopsia svolta in queste ore all’Istituto di medicina legale di Milano. Stando ai primi accertamenti il decesso dovrebbe risalire a una decina di giorni fa. Le alte temperature degli ultimi giorni hanno favorito il decomporsi del corpo.

Alla sua identificazione si è arrivati tramite i documenti trovati nelle tasche. Subito sono stati avvisati i parenti, alcuni dei quali residenti a Besana Brianza. Cristoforo Trommino aveva ucciso con tre colpi di pistola la moglie 32enne, dalla quale 14 anni prima ebbe un figlio. Nel 2006 ottenne la libertà grazie anche alla buona condotta tenuta durante la detenzione. Operaio di professione e residente a Lomagna, da quando era uscito dal carcere aveva sempre mantenuto un comportamento irreprensibile.