Lecco, 23 novembre 2010 - Condanne pesanti, tutte confermate in appello salvo per uno degli imputati, che si è visto ritoccare leggermente al ribasso la pena inflitta in primo grado dal Tribunale di Lecco. È costata caro l’attività di spaccio di cocaina nel Lecchese, tra Olginate e Garlate, per una serie di imputati che ha visto coinvolta quasi per intero una famiglia - il padre e i due figli e un cugino - stroncata nella primavera del 2009 dai carabinieri del reparto provinciale e dai colleghi del nucleo operativo radiomobile di Merate.

 

Ieri la corte di appello di Milano ha confermato la gran parte delle condanne rimediate in primo grado da Manuel Parisi, lecchese 22enne, 6 anni 8 mesi; il fratello Giuseppe, di quattro anni più grande con casa a Olginate, 5 anni e 10 mesi; il loro cugino Antonio Giardina, difeso dall’avvocato Luciano Bova, 4 anni 8 mesi; Simone Corbetta, 25enne di Casatenovo, 8 anni; Rachid Struga, 6 anni. Solo Antonino Parisi, cinquentenne, padre di Manuel e Giuseppe, residente a Malgrate, ha visto ritoccare la condanna di primo grado. Da 12 anni l’ha ridotta a 11, beneficiando del non riconoscimento da parte della Corte di un’ipotesi delittuosa a suo carico malgrado in primo grado avesse negato ogni addebito a suo carico sullo spaccio.

 

L’inchiesta che li aveva fatti arrestare era stata coordinata dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Lecco, Luca Masini. Stando alle risultanze della sua indagine Giuseppe Parisi era stato notato spacciare a Olginate, dove abitava, il fratello Manuel nei pressi del centro commerciale Meridiana di Lecco e nelle vicinanze del Caleotto, poco distante dalle scuole del capoluogo. Il cugino, Simone Corbetta, pare fosse dedito all’attività di spaccio nei pressi del parcheggio del Bennet di Casatenovo.

 

Un’attività stroncata dalle indagini dei carabinieri che a fine novembre dello scorso anno portarono alle condanne in primo grado nel Tribunale lecchese. Gli imputati, dopo la decisione della Corte di Appello, è possibile valutino la possibilità di ricorrere in Cassazione. In manette erano inizialmente finiti Manuel e Giuseppe Parisi, e Simone Corbetta, fermati dai carabinieri a bordo di una Chrysler a un posto di blocco a Monticello Brianza. Sull’auto i militari trovarono alcune decine di grammi di cocaina, un coltello a serramanico con lama di cinque centimetri e tre telefoni cellulari. L’attività investigativa sin dai primi momenti fece capire che si indagava su un giro più ampio, tanto che presto scattarono le manette ai polsi degli altri condannati.