Valmadrera, 10 novembre 2010 - Dissequestrato il cancello che ha ucciso Beatrice. A distanza di oltre tre anni dalla tragedia il giudice Paolo Salvatore ha adottato il provvedimento chiesto a gran voce dai genitori della piccola, Paola Riva e Mario Celestino Locatelli. «Non possiamo vivere vedendo quotidianamente ancora lì quel cancello», ripetevano i genitori della piccola. Ieri, dopo le deposizioni dei consulenti della Procura e del tribunale, il giudice ha disposto il dissequestro.

 

La tragedia si era consumata nel pomeriggio del 12 maggio 2007 quando in via de Magistris la piccola venne travolta dal cancello e morì poco dopo al Manzoni. Nell’udienza di ieri il consulente della Procura, Giovanni Achille, dirigente dell’Asl di Lecco, ha ricostruito quando accaduto, confermando l’ipotesi che il cancello si sia scarrucolato. Il dirigente dell’Asl aveva effettuato una serie di sopralluoghi e accertamenti nei giorni successivi alla tragedia. Oltre al dottor Achille, nell’udienza di ieri hanno deposto l’architetto Sottocornola, consulente del tribunale e i periti di parte.

 

Il processo ruota attorno alla sicurezza del cantiere dove era posto il cancello, che travolse e uccise la piccola Beatrice. Il padre Mario e la madre Paola avevano già ricostruito nei dettagli quel tragico pomeriggio quindici giorni fa, risposto alle domande del giudice Paolo Salvatore, del pm Paolo Del Grosso e degli avvocati della difesa e delle parti civili. Toccante era stata la deposizione di Paola Riva, scoppiata in lacrime quando ha ricordato: «Ho sentito un botto, sono accorsa alla finestra e ho visto che sotto quel cancello c’era mia figlia».

 

Anche la madre di Beatrice ha puntato l’attenzione su quel cancello senza le misure di sicurezza e che due persone nella mattinata di quel 12 maggio avevano visitato il cantiere. Sono sette gli imputati, tutti accusati di omicidio colposo: Emilio e Franco Brioschi e Teresa Rusconi (difesi dagli avvocati Stefano Pellizzari e Riccardo Spreafico), i proprietari della villetta di via de Magistris e committenti dei lavori. Ma anche Giuseppe e Maurizio Monti di Civate (difesi dagli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana, che hanno già risarcito le parti civili), i fabbri che realizzarono il cancello. E infine Matteo Bugatti e Davide Dell’Oro (difesi dall’avvocato Vito Zotti), rispettivamente progettista e direttore dei lavori.

 

L'udienza è stata aggiornata al 21 dicembre con la discussione e molto probabilmente la sentenza. Il padre Mario Celestino Locatelli ha seguito l’udienza. Soddisfatto per la decisione del giudice Paolo Salvatore di dissequestare il cancello. La Procura lo aveva posto sotto sequestro nelle ore successive alla tragedia. Soddisfatto anche l’avvocato: «Era scandaloso - conclude, l’avvocato Ettore Traini, legale della famiglia Locatelli - che quel cancello sia rimasto lì per così tanto tempo».