Galbiate, scoperto il lager per i cani: maltrattati, vivevano nella spazzatura

Denunciato un cacciatore: gli animali sono stati sequestrati e trasferiti nel canile sanitario dell’Asl di Daniele De Salvo

Un'immagine d'archivio di cacciatore in azione

Un'immagine d'archivio di cacciatore in azione

Galbiate (Lecco), 1 agosto 2014 - Un vero e proprio lager per animali. È quello scoperto dagli agenti del Corpo forestale dello Stato di Lecco a Vignola di Galbiate, dove hanno trovato tre cani da caccia detenuti letteralmente come prigionieri in una catapecchia. Uno di loro era anche ferito.  I quadrupedi sono stati sequestrati e trasferiti nel canile sanitario dell’Asl provinciale su ordine del pm incaricato di occuparsi del caso, il sostituto procuratore Silvia Zannini, mentre il proprietario delle bestiole, un quarantenne del paese, una doppietta che li allevava per l’attività venatoria, è stato denunciato a piede libero.  Era almeno dal 2009 che i residenti della zona e i gli animalisti delle associazioni del territorio, in particolare di Freccia 45, si lamentavano delle pessime condizioni in cui venivano allevati i cani da caccia, due esemplari maschi e un esemplare femmina. Nonostante i solleciti da parte degli amministratori comunali e dei funzionari dell’Azienda sanitaria il loro padrone ha tuttavia sempre continuato a non accudirli come avrebbe dovuto.  L’altra sera, ricevuta l’ennesima segnalazione, gli operatori della Forestale sono stati così obbligati alla soluzione drastica, la più estrema, con la confisca dei segugi e il deferimento del possessore. «Uno dei cani da quanto riferitomi dai miei collaboratori della stazione di Lecco, presentava diverse lesioni, un altro problemi ad una zampa – spiega il comandante della Forestale lecchese Andrea Turco -. Erano obbligati a stare in mezzo ad una sorta di discarica, in spazi insufficienti, privi delle condizioni igieniche e sanitarie minime, al freddo d’inverno e al caldo d’estate, tra erbacce e rovi, senza cibo né acqua a disposizione».  È stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: «Abbiamo avvisato immediatamente il magistrato di turno che ha convenuto con le nostre risultanze e disposto il sequestro degli animali e la denuncia del proprietario».  I cani ora sono affidati alle cure dei veterinari e gli altri volontari della struttura che li ospita li stanno curando, accudendo e rifocillando. 

Si spera che in futuro dal tribunale scelgano di permetterne l’adozione, certamente difficilmente verranno riconsegnati a chi nell’ultimo lustro li ha maltrattati rinchiudendoli all’interno dello spazio dove ieri si sono presentati gli agenti del Corpo Forestale.

di Daniele De Salvo