Giovedì 18 Aprile 2024

Baby prostitute, il giro non si ferma e adescano nuovi clienti sul web

Una delle ragazze scoperte continua a scrivere messaggi di Daniele De Salvo

Baby prostitute (foto Olycom)

Baby prostitute (foto Olycom)

Rogeno, 6 gennaio 2014 -  – Sostiene di avere vent’anni, ma non ne ha compiuti nemmeno di 18. Si definisce «una ragazza solare, molto simpatica, leggermente permalosa, ma gentile e ottimista». Sostiene di voler «trovare l’amore con un ragazzo che faccia il primo passo, e mi sorprenda, mi prenda e mi baci senza dire una parola». Ma soprattutto ammonisce: «Per i pervertiti pedofili non scrivetemi neanche». Eppure in rete per sua stessa ammissione cercava proprio uomini dai quali lasciarsi sedurre e da sedurre, in cambio di quelli che chiamava «regali». E a qaunto pare continua ancora a cercarli. Una delle minorenni che era ospite della comunità educativa di Villa Solidea di Rogeno, coinvolta nell’inchiesta sulle baby squillo costata l’arresto l’ultimo giorno del 2014 a un 47enne, nonostante le indagini sembra che abbia proseguito il gioco proibito.

Lo testimonierebbero le foto ammiccanti pubblicate anche di recente sui più celebri social network, sul sito di incontri Badoo.com utilizzato proprio per ricevere le avance degli spasimanti e su altre chat italiane ma pure straniere, che la ritraggono in pose da lolita consumata e in abiti estremamente succinti che lasciano poco margine all’immaginazione, insieme ad inequivocabili commenti che ogni volta ricevono centinaia di «like» e «mi piace» da parte di «amici» virtuali e non e coetanei o presunti tali, molti dei quali probabilmente nemmeno conoscono la sua vera età, mascherata da un fisico e un atteggiamento da donna adulta che ancora non è, non per la legge almeno. È stata lei, in base all’ordinanza di custodia cautelare a carico del pubblisher relationship del sesso vietato firmata dal gip del tribunale milanese Vincenzo Tutinelli, a mettere forse inconsapevolmente sulla pista giusta i carabinieri della stazione locale di Costa Masnaga comandati dal maresciallo Mauro Ruggieri che hanno compiuto tutti gli accertamenti. Lo scorso la teenager ha prestato il proprio cellulare ad un altro utente del centro brianzolo, lui, sbirciando tra i suoi contatti Whatsapp, ha scovato alcuni messaggi inequivocabili con cui fissava appuntamenti e riferiva di prestazioni hard a pagamento, lo ha riferito agli educatori della struttura e questi ultimi ai militari che l’hanno interrogata. Lei poi «ha tirato in causa un’ulteriore ragazza minorenne» e in pochi mesi gli investigatori sono riusciti ad arrivare alle altre 26 persone coinvolte nel giro della prostituzione, un giro a quanto sembrerebbe che lei continua a frequentare.