Per fare carriera sulle ambulanze non serve la laurea. Ma i medici protestano

Un medico per fare il volontario su un’ambulanza dovrà sostenere un corso come qualsiasi altra persona. Queste le direttive di Areu Lombardia di Stefano Cassinelli

Tragedia a Cosenza

Tragedia a Cosenza

Lecco, 30 agosto 2014 - Un medico, magari con una specializzazione in Rianimazione e Medicina d’urgenza, per fare il volontario su un’ambulanza dovrà sostenere un corso come qualsiasi altra persona. Non solo se si trovasse davanti a una situazione in cui come medico potrebbe tentare di salvare una vita, dovrà ricordare che se vuole effettuare «una attività specifica che si discosti da quanto previsto per il soccorritore-esecutore, la responsabilità diretta nei confronti del paziente rimane in capo ai singoli soggetti» infatti la centrare operativa di Areu non può considerare «tali operatori come professionisti del sistema 118, in quanto non sono garantite e certificate le competenze necessarie per operare in tale contesto e la conoscenza di specifici controlli e modalità operative». Queste le direttive che l’Areu Lombardia guidata da Alberto Zoli ha emanato nel mese di agosto con «Ordine 100» a firma del direttore sanitario Marco Salmoiraghi.  

Direttive che hanno scatenato la dura reazione del sindacato nazionale dei medici che, senza mai nominarlo, si riferisce probabilmente proprio a Zoli scrivendo: «Le istituzioni devono avere la capacità di dialogare con chi ha esperienza quotidiana in prima linea, non con alcuni “teorici”, magari laureati in medicina, ma che di fatto non hanno mai esercitato la professione sul campo». Fatto sta che «Ordine 100» rappresenta un attacco anche all’impegno sociale di medici e infermieri tanto che si legge: «Per quanto riguarda i medici e gli infermieri operanti sui Msa e Msi la direzione di Areu non ritiene opportuno che tali professionisti effettuino attività di volontariato a bordo di Msb operanti nel sistema, poiché tale eventualità potrebbe comportare difficoltà organizzative e operative al sistema e nelle gestione dei singoli eventi».  

Insomma per Areu avere su un’ambulanza un medico o un infermiere è negativo in questo contesto, per chiunque abbia bisogno di cure sanitarie è meglio avere un volontario che di professione fa il falegname, l’ingegnere o il macellaio piuttosto che un dottore o un infermiere. Meglio quindi essere assistito da un volontario e attendere che un medico o un infermiere arrivi con l’automedica o infermieristica, oppure essere trasportato in ambulanza fino all’ospedale e li trovare un medico. Nel documento di Areu si vieta anche all’eventuale medico di utilizzare farmaci di cui ha disponibilità o che trova nelle disponibilità del paziente. Scelte che di certo faranno discutere e sulla cui opportunità molti hanno da ridire, soprattutto alla luce delle polemiche sul funzionamento del 112, sui tempi di intervento e sui costi del sistema premiante.  

Nella logica di Areu queste scelte sono probabilmente finalizzate a un’ottica assicurativa per cui non si intende rispondere di eventuali negligenze o errori ma «Ordine 100» sembra andare ben oltre e chiaramente si manifesta il non gradimento nell’avere un medico o un infermiere su un’ambulanza.