Airuno, ruba al market per andare in cella

Ai carabinieri confessa: «Meglio la cella che vivere sotto i ponti»

Non solo lavoro per i carabinieri di Merate  che hanno aiutato il ladro sopreso a rubare al supermercato

Non solo lavoro per i carabinieri di Merate che hanno aiutato il ladro sopreso a rubare al supermercato

Airuno, 31 marzo 2015 - Nell'immaginario colletivo le prigioni italiane sono simili ad alberghi. Certamente non sono grand hotel, ma un giovane clochard di Airuno ha cercato in tutti i modi di barattare la propria libertà per un soggiorno più lungo possibile nelle patrie galere in modo da poter mettere un poco di pane sotto i denti. Alla fine i carabinieri, che lo avevano bloccato perché sorpreso a rubare per fame, non solo sono riusciti a dissuaderlo dal continuare a provocarli per essere arrestato a tutti i costi, ma gli hanno anche pagato di tasca propria la cena e allungato qualche soldo per tirare avanti alcuni giorni.

A voler finire in manette di proposito è stato settimana scorsa un 27enne di Airuno, un giovane brianzolo senza fissa dimora che ha trascorso l’inverno nel dormitorio gestito dai volontari della Caritas di Lecco e che adesso alloggia praticamente sotto i ponti, senza un centesimo in tasca e senza nemmeno il coraggio di domandare l’elemosina. Dopo parecchio tempo di digiuno forzato ha quindi provato a rimediarsi da mangiare arraffando qualche scatoletta di cibo dagli scaffali di un supermercato della zona. Gli è andata male, i commessi lo hanno fermato e il direttore del centro commerciale come di prassi ha avvisato di quanto successo gli operatori del 112 della Compagnia di Merate ai quali l’homeless ha raccontato la sua storia, supplicandoli di incarcerarlo. Loro gli hanno spiegato che non sussistevano gli estremi, al massimo ci sarebbe scappata una denuncia. Lui tuttavia ha insistito. «Preferisco la cella che questa vita, almeno lì mi daranno un letto dove dormire comodo a da mangiare- ha spiegato pregando loro di dargli un tetto -. E poi magari quando esco mi mettono pure in una comunità così non muoio di fame».

Ha pure confessato che, se necessario, si sarebbe procurato un coltello per aggredirli in modo da aggravare la sua posizione e da essere sicuramente condannato a qualche mese in più di gattabuia. Il responsabile del supermercato dal canto suo, compresa la situazione, ha immediatamente annunciato che non lo avrebbe querelato per risparmiargli problemi con la giustizia, anzi gli avrebbe volentieri donato gli scarti di giornata se solo avesse potuto e non avesse rischiato il licenziamento perché contro le direttive aziendali.

Gli operatori del 112 invece gli hanno mostrato il volto umano degli uomini di legge mettendo mano al loro portafogli per comperare quanto aveva rubato più altri generi di prima necessità e lasciargli qualche banconota per aiutarlo a campare.