2009-06-17
ROVAGNATE
SONO GIÀ 1500 le firme raccolte contro il progetto di trivellazione nel Parco del Curone. Un nuovo incontro organizzato dal comitato «No al pozzo» si è svolto luendì sera a Rovagnate nello spazio dellex cinema parrocchiale. Al centro della serata lintervento di Maria Rita DOrsogna, ricercatrice presso la «California State University at Northridge Los Angeles» ed esperta di impatti ambientali a seguito di attività di trivellazioni petrolifere.
ATTRAVERSO delle slide, riportanti documenti e studi effettuati da esperti del settore, ha mostrato quali rischi e quali danni potrebbe comportare la ricerca del petrolio in Brianza. Uno scenario allarmante, con testimonianze di altre realtà italiane e mondiali. Lestrazione dai pozzi comporta innanzitutto lutilizzo di fanghi e fluidi perforanti che hanno una composizione chimica segreta. Si sa però che allinterno ci sono sostanze tossiche, inquinanti e difficili da smaltire. Per un barile di petrolio estratto, infatti, si producono fino a 3 barili di risulta. Basti citare lesperienza lucana del parco della Val DAgri dove i lavori di scavo hanno creato innumerevoli discariche abusive di prodotti tossici.
LINQUINAMENTO è diffuso nelle aree sottoposte a questa tipologia di lavori. A partire dalle falde acquifere ma non solo. Ci sono sempre esalazioni dovute ai trasferimenti del materiale. Il salone era gremito di persone che si sono stipate anche fuori dalle porte per ascoltare lintervento della ricercatrice. «Tutto è partito il 15 gennaio quando circa 300 persone si sono riunite a Cascina Butto e alcune hanno dato la disponibilità per non disperdere il patrimonio ha spiegato il presidente del comitato Alberto Saccardi ci siamo poi ritrovato il 26 maggio per organizzarci in un comitato civico, trasversale e avente come solo obiettivo quello di tutelare larea del parco, unica e non ricostituibile».
AD OGGI FANNO PARTE del comitato 15 persone, 7 residenti nei comuni del comprensorio e 5 esponenti di associazioni del territorio. Il comitato, in questo primo periodo, ha posto ai candidati alla presidenza della Provincia due domande in merito al futuro del Parco e ricevuto lappoggio di Daniele Nava, Virginio Brivio e Marco Moschetti. Ma soprattutto ha promosso una raccolta firme per la petizione contro il progetto di ricerca di idrocarburi allinterno del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone.
ROVAGNATE
SONO GIÀ 1500 le firme raccolte contro il progetto di trivellazione nel Parco del Curone. Un nuovo incontro organizzato dal comitato «No al pozzo» si è svolto luendì sera a Rovagnate nello spazio dellex cinema parrocchiale. Al centro della serata lintervento di Maria Rita DOrsogna, ricercatrice presso la «California State University at Northridge Los Angeles» ed esperta di impatti ambientali a seguito di attività di trivellazioni petrolifere.
ATTRAVERSO delle slide, riportanti documenti e studi effettuati da esperti del settore, ha mostrato quali rischi e quali danni potrebbe comportare la ricerca del petrolio in Brianza. Uno scenario allarmante, con testimonianze di altre realtà italiane e mondiali. Lestrazione dai pozzi comporta innanzitutto lutilizzo di fanghi e fluidi perforanti che hanno una composizione chimica segreta. Si sa però che allinterno ci sono sostanze tossiche, inquinanti e difficili da smaltire. Per un barile di petrolio estratto, infatti, si producono fino a 3 barili di risulta. Basti citare lesperienza lucana del parco della Val DAgri dove i lavori di scavo hanno creato innumerevoli discariche abusive di prodotti tossici.
LINQUINAMENTO è diffuso nelle aree sottoposte a questa tipologia di lavori. A partire dalle falde acquifere ma non solo. Ci sono sempre esalazioni dovute ai trasferimenti del materiale. Il salone era gremito di persone che si sono stipate anche fuori dalle porte per ascoltare lintervento della ricercatrice. «Tutto è partito il 15 gennaio quando circa 300 persone si sono riunite a Cascina Butto e alcune hanno dato la disponibilità per non disperdere il patrimonio ha spiegato il presidente del comitato Alberto Saccardi ci siamo poi ritrovato il 26 maggio per organizzarci in un comitato civico, trasversale e avente come solo obiettivo quello di tutelare larea del parco, unica e non ricostituibile».
AD OGGI FANNO PARTE del comitato 15 persone, 7 residenti nei comuni del comprensorio e 5 esponenti di associazioni del territorio. Il comitato, in questo primo periodo, ha posto ai candidati alla presidenza della Provincia due domande in merito al futuro del Parco e ricevuto lappoggio di Daniele Nava, Virginio Brivio e Marco Moschetti. Ma soprattutto ha promosso una raccolta firme per la petizione contro il progetto di ricerca di idrocarburi allinterno del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone.
© Riproduzione riservata