2009-05-29
di ANDREA MORLEO
— LECCO —
DA UNA PARTE gli avvocati, che non vogliono in alcun modo traslocare dall’amato palazzo di via Nullo a cui, sebbene vecchio e bisognoso di un lifting, sono affezionati. Dall’altra un’azienda - la «Nessi & Majocchi spa» di Como, subentrata nell’appalto dopo il fallimento della «Carena spa» di Genova - chiamata a riavviare i lavori dopo due anni di blocco. Una situazione indecorosa per la città che avrebbe dovuto festeggiare l’ultimazione dei lavori alla fine del marzo dello scorso anno. I professionisti che vi lavorano - 500 avvocati, 200 praticanti più ovviamente i dipendenti del tribunale stesso - sono invece costretti a convivere con un edificio ormai vecchio.

NON SOLO: una struttura divenuta piena zeppa di crepe, risultato delle preforazioni al cratere di piazza degli Affari - quello che dovrà ospitare i parcheggi interrati del nuovo Palazzo di giustizia. In mezzo a questo tipico scempio «all’italiana» il sindaco chiamato a gestire una delle questioni più spinose della propria gestione amministrativa. Antonella Faggi ha ripetuto più volte di sentirsi «sola». Eppure, sebbene la magagna tribunale sia un’eredità della gestione del suo predecessore, Lorenzo Bodega, durante il proprio mandato la situazione non ha fatto passi da gigante. Anzi, esasperati, i residenti che si affacciano sul cratere di piazza degli Affari si sono recati furiosi a Palazzo Bovara chiedendo (e poi ottenendo) un risarcimento dall’Amministrazione comunale. Resta poi la questione dei lavori. In aprile il sindaco ha consegnato il cronoprogramma dei lavori, che la «Nessi & Majocchi spa» ha già preannunciato non potranno partire prima del settembre prossimo. Si partirà dunque dal «cratere» di piazza degli Affari. Quello che ha anche provocato i primi problemi (i lavori di perforazione provocarono crepe nella struttura del Palazzo di giustizia), sfociati poi nell’uscita di scena della «Carena spa». Tutto ciò ha portato a un’enorme lievitazione dei costi per l’opera passati dagli iniziali 18 previsti a una spesa di 25 milioni. Non uno scherzo, insomma. In più c’è da risolvere la «grana» legata alla costruzione della torre per ampliare la capacità volumetrica del «Palazzaccio».

LAVORI che prevedono la chiusura di una parte dell’attuale struttura. È già certo che ci sarà la necessità, per ragioni di sicurezza, di trasferire giudici e avvocati da un’altra parte. «Non se ne parla nemmeno - aveva fatto sapere lo stesso Azzoni -. Lontano da qui non ci spostiamo». E allora? Cadute le soluzioni di trasferimento alla «Torre» del Caleotto. Stesso discorso per l’immobile dell’area «ex Db Macchine», messo a disposizione dall’imprenditore Mario Invernizzi.

L’IPOTESI certa ormai è quella di affittare dei locali (al momento liberi) di proprietà della Deutsche Bank, la cui sede centrale è esattamente attigua allo stesso tribunale. Eppure i lavori devono ripartire al più prest altrimenti lo stesso sindaco Faggi rischia addirittura di perdere la fiducia dei suoi stessi alleati in Comune. Basta ricordare che la soluzione del «caso» Fortino (l’assessore decaduto dopo l’affaire dell’acquisto di un terreno di proprietà del Comune) si è risolto con la sottoscrizione dell’ormai famigerato patto dei nove punti in cui i consiglieri «dissidenti» e lo stesso primo cittadino. In sostanza, in quel testo i consiglieri della stessa maggioranza hanno imposto al borgomastro un cronoprogramma «tassativo» di opere pubbliche per superare quello che loro stessi avevano definito «un eccessivo immobilismo». Tra queste opere pubbliche anche il tribunale. Così una decina di giorni fa il primo cittadino di Lecco ha addirittura bussato addirittura alla porta del ministro Angelino Alfano, in visita a Morbegno. Al guardasigilli Antonella Faggi ha chiesto una mano per agevolare pratiche. A dar manforte al primo cittadino anche il presidente del tribunale, Giampietro Serangeli, e procuratore-capo, Tommaso Buonanno, che da parte loro hanno tutto l’interesse affinché i lavori ripartano al più presto. In questi giorni proprio Buonanno sembra particolarmente attivo.

IL PROCURATORE-CAPO ha cominciato ad intervenire all’esterno. Insieme al capo dei vigili, Marco Baffa e al suo vice, Franco Morizio, ha creato parcheggi numerati e assegnati al personale del tribunale. «Sono arrivato una mattina - ci ha spiegato lo stesso Buonanno - e non si poteva nemmeno muoversi. In questo modo anche gli spazi potranno essere gestiti in modo più razionale». Al secondo piano, invece, si è cominciato a lavorare ad un altro progetto a cui il procuratore-capo tiene in modo particolare. «Voglio realizzare un ufficio aperto al pubblico - ha spiegato Buonanno - che possa essere di riferimento anche per i Comuni».