2009-04-22
SE IL CANTIERE è ancora lì, si vede che alla stazione Centrale c’è ancora da fare. Ma colpisce la luminosità di quanto è stato realizzato: la promessa di una stazione più moderna è stata dunque mantenuta, perché il tratto comune dei maggiori scali ferroviari immaginati da Grandi Stazioni è proprio la luminosità degli ambienti. Poi, sono stati smantellati vecchi orpelli, inutili ingombri, e anche nelle due gallerie c’è aria nuova. “Aria” nuova, appunto, ma anche vecchi vizi. Al momento di presentare il progetto di ammodernamento, si era detto che vi sarebbe scomparsa tutta la casamicciola di gazebo, pannelli e pannelloni pubblicitari.
Lo scopo era chiaro: donare nitore alla struttura, perché prevalessero le informazioni strettamente ferroviarie e non quelle delle pubblicità.
Invece, tu ti affacci nella galleria al piano dei binari e trovi due grandi torri girevoli che reclamizzano il gioco dell’Enalotto. Alzi la testa, e vedi un gran numero di pannelli pendenti che invitano a iscriversi al Partito democratico. Come non bastasse, gli schermi posti in testa ai binari, mica trasmettono notizie sui motivi dei ritardi o, chessò, sulle agevolazioni tariffarie, macché: trasmettono pubblicità: sempre pubblicità. E va bene.
Veniamo ora ai “flussi”, come sono chiamati i percorsi dei viaggiatori all’interno dello scalo. La grande novità è rappresentata dai tappeti mobili. Lunghissimi e insopportabilmente lenti. L’impressione è che, per dare un tocco di modernità alla vecchia Centrale, i tappeti mobili - così chic nei modellini degli architetti - non potessero proprio mancare. E allora hanno tracciato con la matita una specie di segno di Zorro e hanno ricavato nel corpo della stazione lo spazio incrociato per questi sentieri che si muovono, i quali, fossero davanti ai quadri di un museo, andrebbero benissimo: ti darebbero tutto il tempo di osservare dettagli, scattare fotografie e formulare bei pensieri sull’arte. Ma in una stazione dove i binari, tutto sommato, non sono a grande distanza dagli ingressi, sembrano francamente anacronistici.
E le pratiche e rapide scale mobili? Soppresse. Le scalinate, però, sono rimaste al loro posto, ci mancherebbe. Infatti, arrivando in stazione, i viaggiatori fanno per affrontarle d’impulso. Poi si fermano: i cartelli lì a fianco avvertono che l’entrata e i binari sono da un’altra parte. Dove? Ma dove ci sono i tappeti-lumaca, è chiaro. Tanto, i treni aspettano.