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di ANDREA MORLEO
— ANNONE BRIANZA —
UN ANNO E OTTO MESI. È la pena richiesta dal pm Luca Masini al termine della propria requisitoria al processo contro Annamaria D’Orso, la maestra 47enne accusata di di maltrattamenti nei confronti dei propri bimbi all’asilo di Annone Brianza. Nell’aula al primo piano del tribunale di Lecco, davanti al giudice Paolo Salvatore, ieri mattina il pm ha ricostruito l’impianto accusatorio nei confronti della maestra citando soprattutto le deposizioni di molti dei suoi stessi bimbi, ascoltati alla presenza di psicologi.

TESTIMONIANZE che - ha precisato l’accusa - sono state ritenute attendibili dagli stessi psicologi che hanno definito conforme il profilo clinico dei bimbi. In sostanza, le loro dichiarazioni non sono frutto di fantasie nè tantomeno indotte dagli adulti. Masini cita in aula testualmente le testimonianze, spesso davvero toccanti. Come quella di Angela che racconta di come «la maestra ci metteva spesso in castigo». Tommaso, un compagno di classe, è ancora più esplicito nella sua versione: «Ci picchiava con gli schiaffi e ci chiudeva in bagno». Anche Letizia conferma che volavano gli sberloni. E poi ancora: «Strappava i fogli da disegno quando si usciva dai bordi». Pure Beatrice si lamentava. Qualcuno ricorda anche che una punizione consisteva nell’abbassare le tapparelle dell’aula per spaventarli. Dai racconti dei bimbi, che spesso il pm ha definito «cuccioli», emerge insomma un clima di terrore che si è respirava all’asilo dal 2004 al 2006. Volavano gli «scappellotti» e più di un bambino racconta di essere stato costretto addirittura a mangiare con forza. La maestra esercitava tutto il proprio potere, minacciando anche i piccoli «affinché non raccontassero nulla ai propri genitori», spiega il sostituto procuratore in aula. Nella sua requisitoria Masini avvalora la sua tesi raccontando l’episodio della testimonianza di una bambina di quell’asilo. Inizialmente, interrogata sui comportamenti della sua maestra, nega tutto. Successivamente ritratta e si sfoga quando la maestra è già stata allontanata.

«GLI STESSI PSICOLOGI che l’hanno ascoltata - spiega il pm al giudice Salvatore - hanno detto che si è trattato di un atteggiamento difensivo. La bimba non ha confessato per proteggersi. E questo la dice lunga sulla paura che avessero nei confronti della maestra». Sentita anche una collega della maestra, Maria Brusadelli, che ricorda di non aver «mai assistito - si legge nella sua testimonianza - a scappellotti di questo tipo». Il processo è stato rinviato al 14 luglio prossimo per le conclusioni della parte civile e della difesa.