Furti in case e auto a Brescia e Mantova: blitz della Polizia di Stato

Numerose persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato responsabili di numerosi furti nelle case e nelle auto anche in Lombardia

Furti nelle auto

Furti nelle auto.

Milano, 3 maggio 2016 - Smantellata dalla Polizia di Stato un'organizzazione criminale composta da persone di etnia sinti, responsabili di numerosi furti su autovetture ed in abitazioni commessi nelle città di Verona, Reggio Emilia, Mantova, Brescia, Modena e Ferrara.

L’indagine è nata nella seconda metà del 2014 a seguito di frequenti furti su  autovetture compiuti all’interno dei parcheggi di diversi centri commerciali di  Verona, la cui particolarità era di avere lo stesso modus operandi. È scattata quindi  l’attività investigativa della Squadra Mobile di Verona, che ha incrociato i dati presenti nelle numerose denunce ed è riuscita ad individuare alcune persone da tenere sotto controllo. Gli agenti impiegati in questa attività di indagine hanno eseguito  molteplici servizi di osservazione e controllo dei sospettati, riuscendo ad individuare un gruppo di origine sinti, molti di loro legati da vincoli  parentali, dimoranti in questa provincia e in quelle di Padova, Venezia, Udine e  Milano.  L'incrocio dei dati acquisiti nel corso delle investigazioni - ovvero i filmati registrati nei pressi dell'abitazione di proprietà del gruppo criminale, i dati dei movimenti delle auto utilizzate, le intercettazioni telefoniche ed i tabulati telefonici - ha portato a scoprire 38 casi. Tutti ad opera di un'organizzazione composta da 4 componenti, legati tra loro da vincoli parentali, che si avvalevano ci complici della stessa etnia.

Gli indagati si appostavano nei parcheggi e dopo aver individuato la vittima, si impossessavano degli oggetti lasciati nella vettura o rompendo il vetro o bucando la ruota e intervenendo quando l'automobilista era impegnato nella sostituzione dello pneumatico. Il valore dei beni rubati, tra cui diversi gioielli, monete d'oro ed orologi di notevole pregio, supererebbe i 150mila euro. In carcere sono finiti un 36enne, un 37enne e un 27enne; mentre ai domiciliari un 27enne, un 28enne, una 34enne e una 23enne.