Giovedì 18 Aprile 2024

LA SPERANZA Schumi, il Natale senza festa. Comunica con un battito di ciglia

Il pilota comunica muovendo le palpebre: ripresa lentissima di Leo Turrini

VITA DA PROTAGONISTA  Michael Shumacher sui campi da sci che amava tanto e che gli sono costati il brutto incidente. A sinistra, il pilota tedesco bacia la moglie Corinna prima del Gran Premio del Bahrein del 2010, quando era tornato in pista con la Mercedes (LaPresse, Ap)Mercedes Grand Prix driver Michael Schumacher of Germany kisses his wife Corinna, in the paddock prior to the start of the Formula One Bahrain Grand Prix, at the Bahrain International Circuit in Sakhir, Bahrain, Sunday, March 14, 2010. (AP Photo/Gero Breloer)

VITA DA PROTAGONISTA Michael Shumacher sui campi da sci che amava tanto e che gli sono costati il brutto incidente. A sinistra, il pilota tedesco bacia la moglie Corinna prima del Gran Premio del Bahrein del 2010, quando era tornato in pista con la Mercedes (LaPresse, Ap)Mercedes Grand Prix driver Michael Schumacher of Germany kisses his wife Corinna, in the paddock prior to the start of the Formula One Bahrain Grand Prix, at the Bahrain International Circuit in Sakhir, Bahrain, Sunday, March 14, 2010. (AP Photo/Gero Breloer)

È NATALE anche a Casa Schumacher. A un anno esatto, o quasi, dal terribile incidente sulla neve dell’Alta Savoia. Era il 29 dicembre 2013, quando arrivò la notizia: un banale incidente sciistico, voci confuse sulla dinamica dell’impatto tra le rocce, infine la dolorosa verità. Operato due volte al cervello, ricoverato per settimane in sala di rianimazione a Grenoble, da allora il sette volte campione del mondo di Formula Uno è prigioniero. Di un incubo senza fine.

COME STA. Straordinarie, nei dodici mesi che abbiamo alle spalle, sono state le testimonianze di solidarietà. Forse non amatissimo quando era un asso del volante, in ragione di un carattere non semplice, Michael Schumacher ha invece scoperto di essere popolarissimo nei giorni cupi del disagio. Ma eccola qui, la domanda delle cento pistole. Se ne è accorto? Cioè, fino a che punto l’ex ferrarista ha recuperato coscienza di se stesso? In breve: come sta? Come procede la lentissima convalescenza? Esistono margini di speranza? Onestamente, una risposta sicura non esiste. Forse la conosce esclusivamente la moglie Corinna, meravigliosa sin dalle prime ore che seguirono il disastro. La signora, sposata col pilota dal 1995, non si è mai staccata dal capezzale. È stata lei, Corinna, a prendere le decisioni più importanti. L’immediata richiesta del riserbo assoluto. Lo spostamento in Svizzera, dove la famiglia risiede, a giugno. Poi il ritorno a casa, a Gland, sempre sul suolo della confederazione elvetica. Una casa all’interno della quale, nel frattempo, era stato allestito un centro, costosissimo, per le terapie.LE VISITE. La verità è che Michael Schumacher, dopo la devastante caduta sulla neve, l’hanno visto e continuano a vederlo soltanto i medici, gli infermieri e pochi, fidatissimi, amici. Ai quali è fatto divieto di comunicare con l’esterno: chi ha lasciato trapelare qualcosa è stato bandito, respinto ai cancelli della villa. La privacy è sempre stata una ossessione per Michael e Corinna, quando i figli Gina Maria e Mick erano bambini nessuno li ha mai visti in fotografia, giusto per fare un esempio. E il destino è stato dunque doppiamente crudele con la famiglia, esposta al tormento della curiosità planetaria nel momento intimo della difficoltà estrema, del «problema» forse senza soluzione. La scelta del silenzio, comunque, è un’arma a doppio taglio: circolano foto false di Michael che prende il sole su una sedie a rotelle, per capirci. E qualcuno rubò le sue cartelle cliniche: vicenda tragica, sfociata nel suicidio in carcere dell’uomo sospettato del furto. Succede, quando la storia di un Mito si trasforma in mistero avvolto nell’enigma.

LE IPOTESI. E insomma c’è chi sostiene che Schumi, tremendamente dimagrito, stia registrando timidissimi e però incoraggianti progressi. In questo senso si è espresso Jean Todt, l’ex capo della Ferrari, oggi presidente della Federazione mondiale dell’automobilismo: «Lo vedo ogni settimana – ha confidato il manager francese –. È un uomo giovane, ci vorrà pazienza, ma piano piano tornerà a una esistenza quasi normale, anche se non potrà mai più guidare un’automobile». Il fatto che Mick, il figlio che era col padre al momento dell’incidente, sia tornato a correre nei kart è stato interpretato come un ulteriore segnale di speranza. Chissà. Ma le aziende che erano legate a Michael da contratti di sponsorizzazione non ci credono: più di un marchio, dalla acque minerali alle scarpe alla moda, si è congedato dall’eroe, ormai non spendibile a livello commerciale. Milioni di euro andati in fumo, ammesso che la cosa abbia importanza.

A UN ANNO dal disastro, il Campionissimo della Formula Uno continua la sua corsa disperata. Pare riesca a comunicare con i familiari sbattendo le palpebre. È tutto quello che sappiamo. È tutto quello che sapremo, ancora per un bel po’ di tempo.

di Leo Turrini