LA LETTERA I negozianti si lamentano. E noi pure

"È vero che ci avevano raccomandato di cominciare a pensare in euro e non più in lire, ma per i più anziani di noi è inevitabile fare paragoni col vecchio conio soprattutto quando ci dicono che un oggetto costa “solo” 100 euro, cioè 200mila lire, quando caffè e cornetto costano “solo 2,20 euro” cioè quasi 5mila lire, per non parlare delle cose meno voluttuarie, vedi libri e corredi scolastici"

Barbara Consarino

Barbara Consarino

I COMMERCIANTI adesso non devono proprio lamentarsi per il flop dei saldi perché quando fu introdotto l’euro raddoppiarono i prezzi ed è loro la colpa di questo disastro.  Noi da allora siamo in sofferenza, con i prezzi che sono continuati ad aumentare e anche le tasse, mentre gli stipendi e le pensioni sono bloccate. Altro che deflazione. Antonellina, da ilgiorno.it

SENZA ADDENTRARCI nella solita operazione nostalgia, raccontandoci quanto eravamo più ricchi e felici nel ’59, quando un caffè costava 50 lire, diciamo che la conversione dei prezzi dalla lira all’euro è stata un autentico disastro, proprio come scrive la lettrice. È vero che ci avevano raccomandato di cominciare a pensare in euro e non più in lire, ma per i più anziani di noi è inevitabile fare paragoni col vecchio conio soprattutto quando ci dicono che un oggetto costa “solo” 100 euro, cioè 200mila lire, quando caffè e cornetto costano “solo 2,20 euro” cioè quasi 5mila lire, per non parlare delle cose meno voluttuarie, vedi libri e corredi scolastici.  Non ci fu allora una vigilanza sulla conversione e i prezzi raddoppiarono allegramente. Fu quella la prima silenziosa stangata sul ceto medio che in una notte perse almeno il 30 per cento del suo potere d’acquisto. E ancora lo rincorre. barbara.consarino@il giorno.net