Sorpresa: più avvii che chiusure. La nuova stagione delle imprese

In Lombardia le aziende crescono del 2,9%. In calo i fallimenti di Cosimo Firenzani

Operaio al lavoro nello stabilimento di una fabbrica

Operaio al lavoro nello stabilimento di una fabbrica

Milano, 27 agosto 2015 - Il saldo tra nuove aperture e chiusure di imprese non è mai stato così alto negli ultimi quattro anni. Mentre calano rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso anche i fallimenti, dopo i massimi raggiunti nel 2014, e i concordati preventivi. Se l’industria e l’artigianato lombardi hanno manifestato segnali di ripresa, seppur timidi, notizie positive arrivano anche dalle anagrafi camerali, almeno da quelle di Milano e di Monza, in particolare per quanto riguarda il secondo trimestre 2015. Emerge un miglioramento del saldo (+5.256) tra le nuove attività che sono comparse nel registro delle imprese e il numero di aziende che hanno chiuso i battenti, grazie al sensibile calo delle cessazioni (-11,6 per cento) e alla ripresa delle iscrizioni (+2,9 per cento). Il risultato è un incremento del numero di imprese attive, che porta lo stock a 814.861. È stata comunque la crescita registrata nelle province di Milano (+1,5 per cento) e Monza (+0,3 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2014 a determinare il risultato positivo, nonostante il calo in tutti gli altri territori.

«Questi valori sono caratteristici del secondo trimestre visto che le iscrizioni tendono ad accumularsi a inizio anno e vengono poi “contabilizzate” anche nel trimestre successivo – si legge in un rapporto stilato da Unioncamere – Va, però, osservato che si tratta di un valore migliore rispetto a quello registrato negli ultimi tre anni, grazie soprattutto al sensibile calo delle cessazioni». Tra le forme giuridiche, le società di capitali, che in Lombardia raccolgono una quota di imprese molto superiore alla media italiana (28 per cento contro il 20), rappresentano sicuramente la componente più dinamica (+2 per cento), mentre le società di persone vengono scelte sempre meno dai nuovi imprenditori (-2,2 per cento). La metà delle imprese lombarde è tuttavia costituita nella forma più semplice, le ditte individuali, che risultano in leggero calo (-0,1 per cento).

Nel quadro, invece, di una crescente terziarizzazione dell’economia regionale prosegue il calo dell’industria (-1,2 per cento) e dell’agricoltura (-1,3 per cento), mentre continua l’incremento delle attività di alloggio e ristorazione (+1,8 per cento) e degli altri servizi (+1,3 per cento). Il contributo negativo più rilevante proviene ancora dalle costruzioni con 2.050 imprese in meno rispetto all’anno scorso, sebbene la situazione anche in questo comparto sia in miglioramento, con flessioni percentuali che si sono progressivamente ridotte sotto i due punti percentuali.

Passando ai fallimenti, dopo i massimi raggiunti nel 2014 e la svolta dello scorso trimestre il numero si stabilizza: le nuove procedure aperte tra aprile e giugno sono infatti 774 in linea con il risultato di inizio anno e in discesa del 14,6% rispetto a un anno fa. Diminuiscono nettamente anche i concordati (-40,8 per cento) e, in misura più lieve, gli scioglimenti e le liquidazioni, in massima parte volontari (-8,7 per cento).