Lunedì 22 Aprile 2024

Grecia, si tratta ancora: nuovo piano da Atene. Fmi: "Il default è inevitabile"

Si chiude formalmente il programma di aiuti alla Grecia che perde 12,7 miliardi di fondi. Ma l'Eurogruppo attende i nuovi dettagli della controproposta lanciata da Tsipras. Merkel gela: "Tardi". Il ministro delle Finanze greco: "Faremo causa contro l'espulsione dall'euro". Pressing di Obama. Renzi: "Noi fuori dalla linea di fuoco". Grillo: "Vado ad Atene" Le Borse, dopo una giornata molto nervosa, chiudono negative

Atene, manifestazione per il 'sì' all'euro (LaPresse)

Atene, manifestazione per il 'sì' all'euro (LaPresse)

Bruxelles, 30 giugno 2015 - Termina con un nulla di fatto l'Europgruppo straordinario sulla crisi greca, convocato ieri dopo la ripresa 'last minute' delle trattative per un possibile accordo. La riunione, iniziata alle 19, è stata sospesa poco dopo le 20. Non sono state decise ulteriori proroghe ai finanziamenti: formalmente si chiude qui dunque l'attuale programma di aiuti ad Atene che perde così 12,7 miliardi del Fondo salva-stati. Il piano scadeva infatti alla mezzanotte, così come sono scaduti i termini per la restituzione della rata del debito all'Fmi (1,5 miliardi): per il Fondo monetario internazionale questo è il "default tecnico" della Grecia. Ma in seno all'Ue i tentativi di intesa proseguono. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha riconvocato i ministri delle Finanze questa mattina alle 11.30 per riesaminare "le nuove proposte" annunciate ieri dal premier greco Tsipras. Pressing per ricucire anche dagli Usa: proprio in contemporanea con l'avvio del summit il presidente Barack Obama ha invitato tutte le parti coivolte a trattare ancora. 

LE RICHIESTE DI ATENE -  Ieri mattina l'uscita dallo stallo, con il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker che ha fatto un ultimo tentativo di riportare al tavolo il primo ministro greco, Alexis Tsipras. Tentativo sostanzialmente riuscito. Juncker avrebbe illustrato la disponibilità di stanziare immediatamente nuovi aiuti se il premier ellenico manderà un'accettazione scritta dei termini proposti dai creditori per il varo di un nuovo piano di aiuti. Juncker avrebbe inoltre promesso un riscadenzamento del debito di Atene se al referendum vinceranno i sì, che sancirebbero la permanenza del paese nell'euro. Tsipras ha inviato una lettera con la sua controproposta: un testo mandato a Juncker, Draghi, Hollande, Merkel e Dijsselbloem. Il governo greco chiede un programma di salvataggio di due anni al fondo europeo Esm, assieme a una ristrutturazione del debito. Per questo era stato convocato l'Eurogruppo straordinario, che riprenderà domani.

Il governo greco ha già chiesto al Fondo monetario internazionale una dilazione del pagamento da 1,5 miliardi di euro dovuto entro oggi. Lo riferisce il vicepremier yannis Dragasakis, secondo cui Atene ha anche fatto domanda alla Bce per un'estensione della liquidità d'emergenza

BERLINO FRENA - Alla luce della decisione del governo ellenico di convocare un referendum, è "troppo tardi" per estendere il piano di aiuti alla Grecia, in scadenza oggi. Lo fanno sapere alla Reuters fonti dell'esecutivo tedesco a proposito dell'ultima sortita negoziale Juncker. "E' troppo tardi al momento per un'estensione del programma", ha fatto sapere la fonte. Poi arriva direttamente una dichiarazione della Merkel: "Stanotte a mezzanotte scade il programma, io non conosco altri segnali concreti". Anche se precisa: "Naturalmente anche dopo mezzanotte non taglieremo fili del dialogo, o non saremmo l'Unione europea. La porta resta aperta, ma questa è l'unica cosa che posso dire al momento". La cancelliera ha però ribadito il 'no' a un terzo programma di salvataggio prima del referendum di domenica.

GRECIA PERDE 12,7 MILIARDI  - Il secondo programma di assistenza per la Grecia del primo Fondo salva Stati dell'Eurozona scade stanotte a mezzanotte. Lo conferma un comunicato ufficiale dello stesso Efsf, che ha sede a Lussemburgo, precisando che, come conseguenza del mancato accordo fra Atene e i creditori dell'Eurozona, "la Grecia non avrà più a disposizione la 'tranche' che ancora le spettava da 1,8 miliardi del prestito previsto dal secondo programma". Verranno inoltre "cancellati" i 10,9 miliardi che erano stati previsti per coprire i costi potenziali della ricapitalizzazione o risoluzione delle banche in Grecia. Il programma dell'Efsf era iniziato il 21 febbraio 2012 e sarebbe dovuto durare dino al 31 Dicembre 2014, ma è stato prorogato due volte su richiesta del governo greco. Il prestito totale dato alla Grecia dall'Efsf ammonta a 130,9 miliardi di euro.

L'ULTIMA IDEA DI VAROUFAKIS - Davanti alI'incognita del voto greco, con sondaggi che mostrano elettori verso sì al referendum del 5 luglio, Atene minaccia di ottenere per via legale quello che non è riuscita ad avere attraverso i negoziati. Ossia farà causa all'Ue pur di non essere defenestrata dall'Eurozona. L'ultima trovata è del ministro dell'Economia greco, Yanis Varoufakis: ricorrere alla Corte di Giustizia Ue per ottenere un'ingiunzione contro le istituzioni Ue sia per bloccare l'espulsione di Atene dall'Eurozona sia per fermare quella che definisce, "il soffocamento" del sistema bancario ellenico. In una dichiarazione al britannico Daily Telegraph Varoufakis ha minacciato: "Useremo tutti i nostri diritti legali. Stiamo chiedendo consiglio e certamente considereremo un'ingiunzione alla Corte Europea di Giustizia. I trattati Ue (materia di competenza della corte che ha sede a Lussemburgo) non prevedono l'uscita dall'euro e noi ci rifiutiamo di accettarla. La nostra appartenenza (all'Eurozona) non è negoziabile", ha avvertito Varoufakis.

L'IMPATTO DELLA GREXIT SULL'ITALIA: COSA FARE

RENZI: ITALIA FUORI DALLA LINEA DI FUOCO - "L'Italia è già fuori dalla linea del fuoco. Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali, l'economia sta tornando alla crescita e l'ombrello della Bce ci mette al riparo: tre caratteristiche che rendono questa crisi diversa da quella di quattro anni fa". Lo ha affermato il premier, Matteo Renzi, in un'intervista al direttore del Sole24 Ore. Se al referendum del 5 luglio dovessero vincere i 'no', la Grecia andrebbe verso l'abbandono dell'euro, "torna alla dracma e sarebbe un dramma innanzitutto per i greci, ma a questo punto devono decidere loro: i leader europei rispettino il volere di Atene, senza impicciarsi". "Vogliono andarsene? Deciderà il loro popolo. Democrazia è una parola inventata ad Atene: Bruxelles la deve rispettare. Dal canto loro i greci devono avere chiare le conseguenze della loro scelta", ha avvertito il premier. 

GRILLO: VADO AD ATENE - Se Renzi si mostra super partes, una parte della politica italiana si schiera: "Domenica e lunedì sarò ad Atene insieme ad alcuni portavoce M5S Vi invito: #TuttiAdAtene Il potere al popolo, non alle banche". Così su Twitter il leader del M5s Beppe Grillo, che poi spiega di voler "esprimere la solidarietà e vicinanza di tutto il Movimento ai cittadini greci in questo momento di democrazia". "Ci vediamo ad Atene in piazza Syntagma!", conclude Grillo, postando anche un'intervista rilasciata a una televisione greca.

SCURE DI S&P e FITCH - L'agenzia internazionale S&P ha tagliato il rating delle principali banche greche da 'Ccc' a 'Sd' o selective default. La misura fa seguito alla decisione del governo di Atene di limitare il ritiro dei depositi e di chiudere le banche per una settimana. "E' inevitabile un default delle banche" nota S&P. Anche Fitch declassa la Grecia da 'CC' da 'CCC', sottolineando che "un default sul debito in mano ai creditori privati è probabile".

RESTANO I LIMITI AI PRELIEVI - Per scansare un immediato collasso finanziario del Paese, le banche e la borsa di Atene resteranno chiuse almeno fino al 7 luglio. Per evitare un assalto ai bancomat, è stato imposto un limite di prelievo giornaliero di 60 euro. Da mercoledì un migliaio di filiali dovrebbe comunque riaprire parzialmente per consentire ai pensionati di ritirare gli assegni mensili, per un massimo di 120 euro al giorno. Con i controlli sui capitali in vigore per evitare che il sistema bancario imploda, il cerino rimane in mano alla Bce, nei mesi scorsi l'unico canale attraverso il quale la Grecia aveva potuto approvvigionarsi di liquidità.