Giovedì 18 Aprile 2024

Caso Regeni, in arrivo dall'Egitto i tabulati chiesti dai pm

Nuovo incontro Italia-Egitto questa settimana. Roma indaga anche su eventuali accessi abusivi nella posta di Giulio Regeni. Disordini al Cairo: giornalisti affrediti

I documenti di Giulio Regeni (Ansa)

I documenti di Giulio Regeni (Ansa)

Roma, 4 maggio 2016 - Caso Regeni, qualcosa si muove dopo la gaffe del ministero col piano segreto inviato per errore via mail ai cronisti. A seguito della richiesta di rogatoria partita da Roma ormai il 14 aprile, negli uffici di piazzale Clodio sono arrivati i tabulati telefonici di alcuni dei tredici cittadini egiziani di cui il pm Sergio Colaiocco e il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone avevano chiesto i dati. I materiali sono stati mandati dal procuratore generale della Repubblica Araba d'Egitto, Ahmed Nabil Sadeq, che segue il caso in Egitto e ha invitato gli investigatori impegnati sul caso a un nuovo incontro per fare il punto sulle indagini, che si terrà entro questa settimana al Cairo.

Nella rogatoria partita da Roma, pochi giorni dopo il deludente incontro con gli inquirenti egiziani del 7 e 8 aprile, i magistrati avevano chiesto una serie di documentazioni necessarie alle indagini sull'omicidio del ricercatore friulano morto a febbraio in Egitto. La prima richiesta del pm Sergio Colaiocco, che coordina da Roma le indagini sul caso, era di avere prima possibile tutte le dichiarazioni testimoniali sia sulla scomparsa e il ritrovamento del corpo di Giulio, sia sulla presunta banda di cinque criminali, tutti morti in una sparatoria, che secondo l'Egitto avrebbe avuto un ruolo nella vicenda. La procura chiedeva i verbali e l'audio di tutte le persone sentite, compresi i parenti dei criminali uccisi. Il secondo punto riguardava proprio i tabulati telefonici di tredici utenze di altrettanti cittadini egiziani. La terza richiesta dei pm di Roma era legata ai dati delle celle telefoniche dei quartieri dove Giulio viveva ed è scomparso. In attesa del nuovo incontro con gli inquirenti egiziani, che si terrà entro il fine settimana al Cairo, proseguono le indagini sul caso, anche sul fronte informatico, con i tecnici del Ros impegnati a verificare se si siano verificati accessi abusivi all'account gmail del ricercatore.

LE INDAGINI - La Procura di Roma indaga anche su eventuali accessi abusivi nell'account di posta elettronica di Giulio Regeni. Secondo quanto si è appreso gli inquirenti italiani hanno avviato una serie di accertamenti che puntano a verificare eventuali accessi abusivi nella mail del giovane ricercatore di origini friulane. La notizia di un'eventuale intrusione nell'account di Regeni è riportata oggi da alcuni organi di informazione.

GIORNALISTI AGGREDITI - Intanto in Egitto non si allenta la tensione: un gruppo di manifestanti filogovernativi ha aggredito i giornalisti riuniti davanti alla sede del Sindacato della stampa nel centro del Cairo. Lo hanno riferito ad "Agenzia Nova" i giornalisti Mahmud Reda e Mustafa Farghaly, presenti al sit-in dei giornalisti per protestare contro il blitz delle forze dell'ordine avvenuto domenica scorsa.  Khaled Dawood, giornalista del quotidiano egiziano "Al Ahram" e membro del partito liberale Dustur, sul suo profilo Facebook ha scritto: "E' evidente che il ministero dell'Interno ha cercato di attaccare i giornalisti mediante questi ex criminali che, protetti e condotti sul posto dalle forze di sicurezza, hanno assaltato la sede del sindacato, lanciando pietre e bottiglie".