Venerdì 26 Aprile 2024

IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI Musica, lingua universale. Profonda come la filosofia

La musica ha una sua filosofia. E dunque il concepimento di una composizione risponde ad una razionalità che può essere fonte di sistematicità o di improvvisazione di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 23 gennaio 2015 - LA MUSICA ha una sua filosofia. E dunque il concepimento di una composizione risponde ad una razionalità che può essere fonte di sistematicità o di improvvisazione. L’interpretazione che ne consegue è il frutto dell’intelligenza dell’esecutore che, per quanto condizionato dalla personale sensibilità, non può sfuggire all’esperienza maturata nel corso dei secoli. Peraltro la storia ci ricorda che la musica è sempre stata oggetto di recuperi e, di conseguenza, di aggiornamenti: nulla è mai definitivamente tramontato nel suo ambito e nulla può dirsi radicalmente innovato. Dal gregoriano al jazz, passando per alcune delle forme più arcaiche che si temeva fossero andate perdute, come il “raga” indiano, è riscontrabile una razionalità di fondo che assorbe tanto l’ispirazione quanto la tecnica per riprodurre moti dell’animo umano. Il linguaggio per quanto mutevole, è comprensibile a chi ha gli strumenti per potersi inserire nell’universo musicale ed attraverso la conoscenza distinguere le modalità d’uso della strumentazione fino a districarsi tra musica e tonale e musica modale, per esempio. Insomma, la filosofia è conoscenza. E Roger Scruton lo ribadisce in questo denso, affascinante saggio “Comprendere la musica”.

Che poi il pensatore britannico, “il più influente pensatore contemporaneo” come ebbe a definirlo qualche anno fa il “New Yorker”, utilizzi le categorie proprie della filosofia, alla maniera di Theodor Adorno, per districarsi nel labirinto musicale ed indicare la strada a chi vi si addentri, non è affatto innaturale. Scruton è un eclettico. Intellettuale d’impronta conservatrice si occupa di scienza della politica e di teoretica, di estetica e di antropologia; è musicista e musicologo, ma lo si direbbe anche ecologista ed enologo (famosa la sua “guida filosofica al vino” dal titolo “Bevo dunque sono”): un intellettuale rinascimentale, insomma, che come i suoi lontani predecessori tende ad occuparsi di tutti i domini dello spirito.

E la “materialità” è evidente in questo libro coltissimo e raffinatissimo – suggestive le riflessioni su Mozart, Beethoven, Wagner, Janacek, Schoenberg, Szymanowski – e perfino rivendicata. Scrive Scruton: “Affermare di poter comprendere un’opera musicale unicamente nei termini del movimento virtuale che contiene, e senza alcun riferimento al suo ‘essere incorporata’ in una sequenza di suoni, non è più corretto di quanto sia dichiarare di poter comprendere un Van Gogh come immagine figurativa senza fare alcun riferimento alle pennellate che la compongono”. .

ROGER SCRUTON, Comprendere la musica, Cantagalli editore