Frontalieri sotto attacco da anni: "Il governo li vuole solo spremere"

L’assessore Brianza: stop alla tassa sulla sanità, giusta mozione alla Camera di STEFANIA CONSENTI

Per i frontalieri sono mesi di tensione

Per i frontalieri sono mesi di tensione

Milano, 12 febbraio 2016 - "Bene, dopo mesi difficili per i frontalieri c’è qualche spiraglio ma la nostra attenzione resta alta". Francesca Brianza, assessore della Regione Lombardia al Post Expo e Città metropolitana, delegata per i problemi transfrontalieri accoglie positivamente la notizia del sì bipartisan e sostanzialmente unanime dell’Aula della Camera alla mozione in favore dei lavoratori oltrefrontiera, alla luce del recente accordo sottoscritto dall’Italia con la Svizzera.

Il Governo dovrà sospendere l’applicazione della norma sulle spese mediche...

«Vediamo se si passa dalle parole ai fatti, se l’atto di indirizzo viene recepito dai diversi livelli istituzionali. A noi interessa ristabilire la verità dei fatti, fermando il rimpallo delle responsabilità. Dopo averli ignorati per anni il Governo si è accorto dei frontalieri al solo scopo di spremerli. Di fatto con questa tassa sulla sanità chiesta ai lavoratori transfrontalieri si è fatta un’operazione particolarmente odiosa: sono stati equiparati a degli evasori fiscali, senza considerare che già pagano le tasse attraverso i ristorni».

Un balzello che ha creato forti tensioni nelle zone di frontiera della Lombardia...

«Sì. Sono arrivate a maggio scorso delle direttive precise alle Asl territoriali. Ai frontalieri è stato chiesto un contributo per l’iscrizione al servizio sanitario italiano che va sino a 2.700 euro all’anno, commisurato al reddito. Per questo il governatore Maroni ha scritto per ben due volte ai ministri dell’Economia e della Salute e all’Agenzia delle entrate. Nella lettera del presidente, inoltre, sono stati posti precisi quesiti sulla legittimità della nuova tassa: in particolare se i frontalieri siano tenuti da subito al pagamento del contributo, contando che è ancora in vigore l’accordo bilaterale Italia-Svizzera del 1974. Tale accordo prevede che circa il 40 per cento del gettito fiscale generato dai lavoratori frontalieri venga versato ai Comuni italiani di frontiera attraverso i famosi ristorni. Per questo viene sottolineato che i frontalieri non sono degli evasori».

Ma è arrivata una risposta ufficiale?

«Non ancora. Ecco perché dico ben venga la mozione bipartisan approvata in Parlamento ma adesso spero che questo si traduca in direttive ancora più chiare. Sono oltre 60 mila i frontalieri in Lombardia, lavoratori di confine che sono sotto attacco da almeno quattro anni. I riflettori si sono accesi su di loro prima nel 2012, con un furto dell’indennità speciale di disoccupazione di 270 milioni di euro, poi con la revisione degli accordi bilaterali, che produrrà i suoi effetti dal 2018, provocando un aumento della pressione fiscale. E adesso si stava tentando di spremerli ancora con la tassa sulla sanità».