Giovedì 18 Aprile 2024

Scoperta frode di una società di facchinaggio da 45 milioni. Truffati anche 2mila operai

Indagate 8 persone. Il sodalizio criminale deve rispondere di un'evasione fiscale da 45 milioni. In più la società non ha versato nessuna imposta previdenziale, truffando così anche i 2mila dipendenti

Guardia di Finanza

Guardia di Finanza

Roma, 19 novembre 2014  - Un'evasione fiscale pari a 45 milioni di euro e contributi previdenziali non versati per un totale di 4 milioni di euro che al posto di essere pagati al fisco sono stati spesi per l'acquisto di 41 terreni, yatch, auto e immobili di lusso. E' questo il bilancio di un'operazione della guardia di finanza che dopo due anni di indagini ha indagato 8 persone e eseguito, nel Lazio, in Toscana, in Veneto, in Emilia Romagna e Campania a decine di sequestri di conti correnti, quote societarie e 41 immobili e terreni per un controvalore quantificato in oltre 22 milioni di euro. 

I capi e i partecipi al sodalizio criminale dovranno rispondere dei reati frode fiscale, riciclaggio, appropriazione indebita, distruzione delle scritture contabili e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. 

Lo schema fraudolento era quello di creare - avvalendosi di teste di legno - cooperative e s.r.l. con una "vita media" di tre o quattro anni, fatturando regolarmente gli elevati ricavi ma "dimenticandosi" di versare qualsiasi tipo di imposta (iva, ires, irap, ritenute d'acconto, contributi inps e oneri sociali), frodando così, non solo il fisco per 45 milioni di euro ma anche migliaia di lavoratori. 

L'organizzazione criminale, basata su una rigida suddivisione dei ruoli, aveva al suo vertice quattro soggetti di origine campana, amministratori di aziende di rilevanti dimensioni con appalti su tutto il territorio nazionale per la fornitura di mano d'opera (facchini, operai, call center, ecc.), arrivati a gestire più di 2mila dipendenti. 

Alla milionaria evasione fiscale, perpetrata anche attraverso società con sede in Gran Bretagna, si affianca, infatti, lo spregiudicato "saccheggio" di contributi previdenziali operati e non versati, per un totale di 4 milioni di euro, successivamente illecitamente investiti nell'acquisto di 41 terreni, yacht, auto di lusso ed immobili di pregio - sparsi tra la Toscana, l'Emilia Romagna, la Campania e il Veneto - intestati a prestanome ma, di fatto, pagati mediante assegni circolari emessi dalle società coinvolte nel sistema fraudolento. Il sistema era in grado di sbaragliare la concorrenza grazie a prezzi competitivi, potendo praticare tariffe nettamente inferiori alla media di settore.