Palazzina esplosa a Milano: la strage si poteva evitare?

Sul caso in questione sono in corso indagini

Milano, 28 giugno 2016 - Leggo che, per la palazzina esplosa in via Brioschi a Milano, ora è indagato per strage il papà delle bambine rimaste ustionate e compagno della donna morta nell’esplosione. Quest’uomo era seguito da uno psicologo, da uno psichiatra e da un mediatore familiare. Possibile che nessuno si sia accorto del pericolo incombente? Perché la sua mano non è stata fermata prima che potesse provocare il disastro? Martina, Varese

PRIMA DI TUTTO ricordiamoci che sul caso in questione sono in corso indagini e che l’avviso di garanzia inviato all’uomo sospettato di strage è stato firmato anche nel suo interesse, cioè per permettergli di nominare lui stesso un perito per far luce sui fatti di quella maledetta domenica. Dall’inchiesta trapela però il particolare del percorso terapeutico che l’uomo stava seguendo per affrontare, sembra, il problema della separazione dalla sua compagna. E allora, pur con la prudenza richiesta dal caso (le indagini non sono ancora concluse), è legittimo chiedersi se questa strage poteva essere evitata. E se il tipo di «cure» che possono garantire psicologia e psichiatria sono adeguate a situazioni così gravi. Così gravi, forse, da risultare imponderabili anche ai medici che devono analizzarle. L’augurio è che l’inchiesta e il processo che seguirà facciano luce anche su quest’aspetto. C’era, cioè, un margine per dare l’allarme prima che tutto si compisse? È importante saperlo per poter meglio prevenire eventuali tragedie in futuro. sandro.neri@ilgiorno.net