Fatiche di Sisifo

"Occorre reagire imponendo a Bruxelles un legame tra ricostruzione, messa in sicurezza del patrimonio immobiliare nazionale e vincoli europei sui conti pubblici"

28 ottobre 2016 - Occorre attingere al mito greco, occorre citare il supplizio di Sisifo: condannato da Zeus a spingere un macigno fino alla cima di una montagna, a vederlo poi rotolare a valle, a spingerlo nuovamente e via così per l’eternità. È questa la tragedia che stanno vivendo gli italiani colpiti per la seconda volta dal terremoto. Quel po’ di ricostruzione seguita al sisma del 24 agosto vanificata dalle scosse del 26 ottobre, quel po’ di serenità riconquistata nel tempo travolta da una nuova notte di pioggia e di paura, dal timore di altre scosse, dalla certezza di ulteriori fatiche.

Grandi scrittori come Albert Camus hanno fatto del mito di Sisifo la metafora della condizione umana. Metafora che oggi si attaglia ai due volte terremotati e anche, con minor pathos, ma non con minori effetti sulla vita quotidiana, alla condizione dell’Italia rispetto all’Europa. Ma la sopporazione, che di Sisifo è la virtù maggiore, non basta. Occorre reagire imponendo a Bruxelles un legame tra ricostruzione, messa in sicurezza del patrimonio immobiliare nazionale e vincoli europei sui conti pubblici. È questa, oggi, la fatica che si richiede al primo Sisifo d’Italia: Matteo Renzi.