Milano sfida l'Europa

Milano, la città col dossier di candidatura più forte, gioca la sua sfida per Ema contro Copenaghen e Amsterdam, ritenute le rivali più temibili, poi Barcellona, Vienna e Bratislava

Milano, 19 novembre 2017 - Dunque ci siamo. Domani sera conosceremo l’esito della complessa partita per l’aggiudicazione della sede dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), in vista del suo prossimo trasloco da Londra per effetto della Brexit. La votazione, in seno al Consiglio affari generali dell’Unione europea, è prevista a partire dalle 17.30 e suddivisa in tre turni, a eliminazione. Milano, la città col dossier di candidatura più forte, gioca la sua sfida contro Copenaghen e Amsterdam, ritenute le rivali più temibili, poi Barcellona, Vienna e Bratislava. Città, quest’ultima, attualmente in risalita, grazie alle pressioni di chi, nell’Ue, sostiene che all’Europa dell’Est debba comunque essere concessa un’Agenzia. Peccato che Bratislava non abbia un aeroporto, che il dossier di candidatura sia debolissimo e che il 30 per cento dei dipendenti dell’Ema abbia dichiarato di non essere disposto a trasferirsi lì.

Ma la partita si gioca su presupposti di carattere geopolitico e su un delicato lavoro di persuasione, contatti, scambi di garanzie, alleanze sotterranee. La diplomazia italiana è al lavoro da tempo. Decisa, adesso, a far valere il peso di un gioco di squadra ben congegnato, capace di risarcire il Paese della brutta figura rimediata nel calcio, nella disfida per la qualificazione ai Mondiali. Due diversi team sono al lavoro a Bruxelles, sede delle votazioni di domani, e a Roma, dove si stringono rapporti e colloqui con le ambasciate degli altri Paesi. L’obiettivo è di convincere quante più nazioni a votare per l’Italia. Non solo al primo turno, ma anche al secondo, previsto un’ora e mezzo dopo il primo verdetto. Novanta minuti decisivi per tessere alleanze e scongiurare manovre e offensive frutto della delusione dei Paesi candidati (e delle relative cordate) eliminati al primo turno. In seconda votazione potrà essere espressa una sola preferenza, e dunque il passaggio potrebbe essere decisivo quanto e più di quello finale - atteso per le 20 circa - quando per vincere sarà necessario totalizzare almeno 14 voti.

A fare da ago della bilancia, come sempre, sono gli indecisi. Scandinavi, baltici e i Paesi del Gruppo di Visegrad costituiscono i blocchi di voto consolidati, e rappresentano dunque i nostri potenziali nemici. O, al contrario, i nostri alleati, nel caso alcuni equilibri mutassero nel corso delle votazioni. La Germania, interessata ad aggiudicarsi - sempre domani - l’Agenzia bancaria (Eba) sembra già convinta a non spingere più per Bratislava: difficilmente due diverse Agenzie potrebbero finire entro i confini della Mitteleuropa. Milano ha ottime carte da giocare. Non ultima, una sede (il grattacielo Pirelli) capace di garantire continuità alle attività dell’Ema dopo il trasloco da Londra. Mai come stavolta gli interessi dell’Ue e quelli italiani sembrerebbero coincidere. Questa partita pesa 169 miliardi di euro, tanto vale il mercato farmaceutico europeo in cui l’Ema opera come regolatore. Milano può diventare - e lo merita - la capitale delle scienze della vita. Vediamo se per una volta l’Ue saprà prescindere dalle solite vecchie logiche.