"Dylan Dog è come tutti: un uomo pieno di paure"

Tiziano Sclavi: finalmente mi godo la pensione di GIUSEPPE DI MATTEO

Tiziano Sclavi

Tiziano Sclavi

Venegono Superiore, 29 gennaio 2016 - Non è facile fare una chiacchierata con Tiziano Sclavi. L’inventore di Dylan Dog è molto schivo e ha sempre preferito parlare attraverso le strisce della “sua” creatura. Da qualche anno ha scelto di vivere a Venegono Superiore, nel Varesotto, alla cui biblioteca ha recentemente donato oltre 6mila volumi della sua collezione privata. Non libri qualsiasi, ma testi che hanno ispirato le storie dell’eroe horror di intere generazioni.

Lei è considerato il “papà” di Dylan Dog. Com’è nata l’idea del personaggio?

"La Sergio Bonelli editore voleva realizzare nuove serie e io ne ho proposto una seguendo una mia grande passione: l’horror. È stata accettata ed è andata così, molto semplicemente".

Esistono personaggi reali paragonabili a Dylan Dog? E quanto c’è di lui in ognuno di noi?

"Non mi risulta che nel mondo reale esistano “indagatori dell’incubo”, a parte i ricercatori parapsicologici e, all’opposto, gli scettici, ai quali vanno le mie preferenze. Nella letteratura ci sono stati alcuni detective dell’occulto, ma sinceramente non ho mai letto loro avventure. Quanto alla seconda domanda, Dylan è un uomo dalle mille paure, a volte vere e proprie fobie. Non siamo così anche tutti noi, poveri esserini pieni di paura?".

Il fumetto è ambientato a Londra. Nasconde anche qualcosa del Varesotto?

"A Londra non ci sono mai stato. E in effetti nelle storie che ho scritto io c’era una Londra in gran parte inventata, un collage di varie città, anche lombarde, che invece conoscevo".

Da tanti anni lei vive a Venegono Superiore. Come mai ha scelto questa meta?

"Io e mia moglie abitavamo a Milano e cercavamo un casa in campagna per i fine settimana e le vacanze. L’abbiamo trovata qui, nel Parco Pineta, e nel 2000 ci siamo trasferiti stabilmente".

Recentemente lei ha donato alla biblioteca Munari 6.500 volumi. Come mai questo gesto?

"Avevo tantissimi libri e mi dispiaceva vederli lì, come dire, “inerti”. Io me li ero goduti, mi sembrava giusto condividerli con molte altre persone. È stato solo un piccolo e doveroso atto civico".

La sua biblioteca privata è ricchissima. Quali sono stati i libri che l’hanno ispirata maggiormente nell’inventare Dylan Dog?

"Sono troppi per poterli citare tutti. Dai classici dell’orrore a quelli sul cinema, da Poe a Kafka, da Buzzati a Ira Levin e Crichton, da Stephen King a John Grisham...".

È vero che ha intenzione di regalare altri volumi alla biblioteca di Venegono? E quali altre sorprese ci dobbiamo aspettare?

"Ho la casa di nuovo pienissima, traboccante di libri, e sì, il desiderio c’è. Ma bisognerebbe fare una scelta e soprattutto considerare lo spazio della biblioteca, che non è molto. Senza contare l’incubo dei bibliotecari che dovrebbero catalogarli... Quanto alle sorprese, ce n’è stata per me una grossa l’anno scorso: sono andato ufficialmente in pensione, anche se non scrivevo più niente da anni. Ora l’unica sorpresa è che intendo godermela, la pensione".