Aree Expo, allo studio riutilizzo del 50% delle strutture

Tra le strutture che potrebbero essere salvate ci sono circa una decina di Padiglioni, il Padiglione Zero, 7 cluster su 9, alcune stecche di servizio, l'Albero della Vita, l'Open Theatre, e la struttura del Future Food District e le due strutture vicine

L’area Expo vista dall’alto

L’area Expo vista dall’alto

Milano, 23 novembre 2015 - Expo 2015 è terminata da quasi due mesi e riguardo il futuro delle aree non è ancora stata presa alcune decisione definitiva. Ma, da quanto emerge dalle ipotesi di progetto e dalle proposte che Expo Spa sta predisponendo e verificando con Arexpo e che verranno portate alla valutazione del Governo una volta sancito, nell'assemblea di martedì 24 novembre, l'ingresso di Palazzo Chigi nella compagine della società proprietaria dell'area di Expo Milano 2015, circa il 50 per cento delle strutture presenti sul sito dell'Esposizione Universale, dopo i necessari interventi per renderle permanenti, potrebbero essere salvate e riutilizzate, alcune delle quali già a partire dal 2 aprile 2016. 

Tra le strutture che potrebbero essere salvate ci sono circa una decina di Padiglioni (sono in corso i colloqui con i rispettivi commissari dei Paesi), il Padiglione Zero, 7 cluster su 9, alcune stecche di servizio, l'Albero della Vita (la cui gestione andrebbe affidata ad una società privata), l'Open Theatre, e la struttura del Future Food District e le due strutture vicine. Dei progetti su cui sta lavorando Expo Spa, ne ha parlato Stefano Gatti, direttore generale di Padiglione Italia e referente per Expo delle attività su sito per il dopo Esposizione, nel corso di un incontro aperto con i partner di Cascina Triulza, unica altra struttura insieme a Palazzo Italia già definita "permanente". "Si tratta di ipotesi di lavoro sul quale lavorano enti e soggetti diversi e che per prendere forma devono essere portate al vaglio del Governo", ha precisato Gatti.