Covid, Azzolina scrive a Fontana: "No didattica a distanza". Il governatore: "La impugni"

Il Ministro dell'Istruzione critica apertamente la scelta di chiudere la scuole superiori da lunedì 26 ottobre. Il governatore lombardo difende la scelta fatta

Lucia Azzolina e Attilio Fontana

Lucia Azzolina e Attilio Fontana

Milano, 22 ottobre 2020 - No al ritorno alla didattica a distanza voluta dall'ordinanza di Regione Lombardia per contrastare l'aumento dei contagi da Coronavirus. La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, scrive al presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana per chiedergli di "trovare soluzioni differenti da quella adottata". 

"Il Dpcm del 18 ottobre 2020 ha previsto indicazioni molto chiare per la gestione delle misure da adottare con riferimento alle istituzioni scolastiche, prevedendo in primo luogo la prosecuzione, in ogni caso, in presenza, delle attività didattiche ed educative della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione", aggiunge la titolare della scuola. "In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse", conclude Azzolina.

Non si fa attendere la replica del governatore Fontana alla lettera del ministro: "Visti e considerati i dati relativi alla curva epidemiologica della Lombardia, correlati alla situazione del sistema del trasporto pubblico locale, con particolare riferimento ai giovani che frequentano le scuole secondarie, ribadiamo essere necessarie decisioni stringenti. Fermo restando che se il ministro reputa eccessivi e non idonei i nostri provvedimenti può impugnarli". 

Si schierano accanto al Ministro molti sindaci lombardi. Primo fra tutti il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala: “Bisogna alternare presenza in aula e didattica a distanza in tutti i gradi d’istruzione. Siamo contrari alla sola didattica a distanza per le scuole superiori e ci opporremo”. A prendere posizione su Facebook, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: "Con l'ordinanza emanata ieri si prevede che le lezioni per le scuole superiori siano svolte totalmente a distanza. In realtà questo provvedimento non è stato concordato con i sindaci. C'è stato forse un malinteso". Si fa sentire anche Emilio Del Bono da Brescia: "La parte dell'ordinanza regionale relativa alla sospensione della didattica in presenza per i ragazzi delle superiori a partire da lunedì 26 ottobre non è stata concordata con i sindaci delle città capoluogo. Il testo originario faceva convivere la didattica a distanza con quella in presenza". La pensa allo stesso modo il primo cittadino di Mantova Mattia Palazzi: "Le lezioni vanno garantite in classe il più possibile. E' sbagliato imporre la didattica a distanza per le scuole superiori, a maggior ragione oggi che il Governo ha stanziato 360 milioni di euro in più per il trasporto scolastico.

A cercare di mediare è il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. "Serve grande collaborazione e buon senso", avrebbe spiegato il ministro e sulla dad le ordinanze di Lazio, Piemonte e Basilicata rappresentano a suo avviso "un buon equilibrio". "Le preoccupazioni del presidente Fontana, è la linea del ministro, sono comprensibili ma c'è sempre la totale disponibilità del governo nell'essere al fianco della Regione Lombardia per ogni ulteriore esigenza che allenti le pressioni dei contagi sul sistema sanitario territoriale".