Il suono dipinto dei Sigur Rós al Forum

A Milano il live sorprendente della mitica band islandese

Sigur Ròs

Sigur Ròs

Assago (Milano ), 17 ottobre 2017 - Avere successo non è mai stata un’opzione rilevante per i Sigur Rós (nella foto), ma diciotto anni dopo aver stordito il mondo con “Ágætis byrjun” la band islandese può tranquillamente rivedere le proprie convinzioni. La loro musica rimane impegnativa e i testi in “hopelandic” (idioma artificiale di loro creazione) imperscrutabili, ma il cantante-chitarrista Jón Þor “Jónsi” Birgisson, il bassista Georg Hólm e il batterista Orri Páll Dýrason sono diventati un culto fondamentalista del rock e il “An Evening With Sigur Ròs” che li porta stasera al Forum di Assago è una maratona double-face: glaciale e cerebrale nella prima parte; energica ed esaltante, nella seconda. Il modo scelto dalla formazione islandese per prendere tutti alle spalle. Brani come “Niður”, “Varða”, “Óveður” o l’iniziale “Á” sono gli assaggi di un nuovo album ancora in itinere, mentre il resto dello show pesca dagli altri sette incisi finora.

«In concerto come in studio improvvisiamo pochissimo», spiegano i tre a proposito del “suono dipinto” che sgorga dagli strumenti come un brutale flusso di coscienza. «I brani sono tutti definitivi e usiamo l’ “hopelandic” proprio perché vogliamo che sia la musica a parlare per se stessa. Questo perché pensiamo che quando qualcuno ascolta suoni come i nostri debba provare soltanto le sensazioni che essi sanno trasmettergli». Formazione abituata a raggiungere attraverso la complessità vertici di bellezza assoluta, i Sigur Rós si tengono stretti il loro mistero. «Oggi come oggi è tutto veloce e si cerca la gratificazione istantanea, noi intendiamo fare qualcosa che sia l’opposto», assicura la band. «L’ultima cosa che ci saremmo mai aspettati? Quella di ritrovare tra i nostri fan Brad Pitt».