Suoni del secolo Rock e storia raccontati da Mannucci

Racconto elettrico, narrazione avvolgente come l’amplificazione con delay di un’epoca

Bob Dylan

Bob Dylan

Milano, 26 ottobre 2017 - Racconto elettrico, narrazione avvolgente come l’amplificazione con delay di un’epoca. Stefano Mannucci è un giornalista romano, nato nel 1958, colto e appassionato, cresciuto fra Radiorai, i quotidiani (Il Tempo, Il Fatto Quotidiano) e Radiofreccia, anche la collana che ospita il suo poderoso libro (458 pagine) per Mursia. Titolo: “Il suono del secolo - Quando il rock ha fatto la storia”. Abituato alle letture sociologiche degli autori inglesi e americani degli anni Ottanta, qui ritrovo invece la chiave di un’altra narrazione visionaria, la prima italiana del rock con Riccardo Bertoncelli nei secondi anni Settanta. Sono voci e storie di eroi e testimoni, destini individuali che incontrano platee universali. Con un impressionante lavoro di documentazione Stefano (Mannucci) ha risucchiato la storia nel rotolare della musica, uno storytelling caldo, informato e prezioso, anche per chi c’era.

Non sono invece d’accordo sul titolo, perché il Novecento è qualcosa di molto più complesso. La sintesi elettrica e poetica rock corre nel gran fiume della musica popolare (popular) nata con la radio, il grammofono, il cinema e la tv. Che battezzano anche la canzone (song), come la conosciamo, e la diffondono nel mondo, così da farla diventare uno dei più potenti mezzi di comunicazione di massa contemporanei. Prima c’era il jazz, che faceva ballare l’universo evoluto per poi diventare linguaggio strumentale universale. Dopo sarebbero arrivate le musiche del mondo (world music), l’elettronica e altro, ma la musica è il mare in cui viviamo e il rock ne è stato la scossa più potente. La sintesi, fra la metà degli anni ’50 e la fine degli anni ’70, più influente.

Il rock non ha dominato la storia ma per mezzo secolo ha attraversato il quotidiano delle nostre vite, è stato l’unico elemento condiviso, espressione generazionale, motore e generatore di linguaggi. La storia ha una diversa complessità, ma alcuni dei protagonisti del libro di Mannucci sono stati più forti e influenti del loro tempo. Per illustrarlo abbiamo scelto la foto di Bob Dylan, Premio Pulitzer e Nobel per la letteratura. Tutti hanno influenzato le nostre vite, dai Beatles agli Stones, Bob Marley, Jimi Hendrix e Jim Morrison. Fino alla galleria di quelli che Stefano ha vissuto da vicino (e ringrazia): Paul McCartney, George Harrison, Keith Richards, Bono, David Bowie, Peter Gabriel, Morissey, Bruce Springsteen, Annie Lennox, Leonard Cohen, Jeff Buckey. È il mondo visto con gli occhi vispi del rock, pieno di incontri e sorprese. Lo consiglio anche a chi non c’era.